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Per molti Fuzz Club è sinonimo di psichedelia, per altri di sperimentazione.
I Radar Men From the Moon riescono a spaziare in questi due vasti mondi con un tocco di space, noise, shoegaze e new wave.
Troppo? No, perche i Radar Men From The Moon ci riescono bene. La band di Eindhoven è cresciuta a pane e krautrock e “Subersive I”, ultimo di una tripletta (vedi “Echo Forever” e “Strange Wave Galore”) ne è la prova.
Le quattro lunghissime tracce dell’ LP sono strumentali e monolitiche, fatte di riff alienanti e effetti sci fi: un vero e proprio viaggio “interstellare nell esplorazione di nuovi sounds”, come dicono loro. L’opening track !Decontruction!, come suggerisce il titolo, è un perfetto esempio di grammatica musicale applicata, in cui le parti sebbene molto nette si alternano tra loop e crescendo esplosivi. Il sound new wave di “Habitual” viene ben miscelato con proposte piu dark e doom. Il singolo “Hacienda” che chiude la mezz’ora di visioni galattiche, è un gigante di otto minuti, ipnotico e dal finale distorto.
Da trio delle origini, la band, non solo ha allargato gli orizzonti musicali, ma anche i componenti. Raddopiati, se si conta anche il produttore Bob de Wit. E, aggiunge lo stesso frontman Tony Lathouwers, “la band ha in mente di aprirsi a nuove collaborazioni artistiche“.
I RMFTM sono una band che ha tanto da dire, e abbattere tutti i confini dei generi e impastrucchiarli tra loro dà un senso al loro discorso. Anche se molto più adatto alla resa live “Subversive I” regala forti emozioni anche in cuffia proprio perchè imprevedibile e ricco di sfumature. Un punto a favore: l’idea della tripletta di LP. Meglio non abusare troppo dei viaggi intergalattici. O meglio non troppi alla volta.
70/100
Tea Campus