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La band di Bradford Cox passa dall’Italia per due date esclusive nel tour di presentazione di “Fading Frontier”, un intenso affresco di indie rock contemporaneo che ormai solo loro e pochi altri sono in grado di regalare a un pubblico sempre più sfiduciato dalla musica fatta con le chitarre. La serata parte benissimo con un Cox di buonissimo umore che scopre i benefici dello spritz e apre alla sua band con una mezzora di sperimentazioni elettroniche inedite molto Panda Bear nel preludio affidato al suo progetto solista Atlas Sound. Il pubblico è fatto per lo più da affezionati quasi incredulo di poter vedere una delle proprie band preferite in un’atmosfera così raccolta e distante dai grandi festival estivi. La scaletta è un equilibrio perfetto di brani dal nuovo album (da ricordare una “Take Care” da lacrime e le avvolgenti “All The Same” e “Duplex Planet”). Esclusa “Snakeskin”, escluso qualsiasi ripescaggio da “Monomania”, la partenza con “Desire Lines” e illustri ripescaggi quali “Agoraphobia”, “Don’t Cry” e l’interminabile ossessiva “Nothing Ever Happened” valgono il concerto. C’è la furia punk e post-punk, c’è il meglio del revival psichedelico, squarci ultra-pop come “Breaker” folgorazioni tra funk e vibrazioni esotiche in alcune jam e disressioni strumentali ipnotiche (il soundcheck è stato praticamente una jam strumentale di mezzora). Josh McKay e Moses Archuleta non sbagliano un colpo, l’apparentemente apatico Lockett Pundt (ai più noto come Lotus Plaza) è decisivo nel ricamare ogni arrangiamento. La drammatica notizia della strage di Parigi scuote i presenti che sono stati aggiornati per primi da amici e social network e nel finale è difficile pensare ad altro. Un clima surreale ci porta con la mente altrove e lo stesso Cox, post-concerto, rimane pietrificato dopo la notizia del drammatico assalto a Le Bataclan. Come del resto tutti noi, Se i Deerhunter erano riusciti per un’ora e mezzo a farci sganciare dalla realtà, a fine concerto si ritorna brutalmente sulla Terra.
Sarà impossibile dimenticare queste sensazioni quando un giorno ci si chiederà dove eravamo quella sera del 13 novembre 2015.
Ma la musica non deve fermarsi.
Foto di Chiara Viola Donati (Instagram: @chiaraviolenta)