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Maurizio Arcieri, morto a gennaio 2015, è una delle personalità più importanti per un certo modo di intendere la musica in Italia. Si tratta di un musicista che, fin dagli inizi, si è ispirato a modelli anglosassoni. E con i New Dada – gruppo beat di cui era il leader carismatico – ha aperto i concerti italiani (Milano, Genova e Roma) dei Beatles nel 1965. Chiusa la parentesi solista, in bilico tra i singoli pop della metà degli anni sessanta e il prog di “Trasparenze” (1973), arriva forse il punto di svolta della sua carriera: “Chinese Restaurant”, primo album dei Chrisma, nome che è l’unione delle sue iniziali e di quelle della moglie Christina Moser. Il disco del duo, uscito nel dicembre 1977, anticipa la new wave in pieno periodo punk. Movimento socio-culturale ed estetico, quello punk, a livello discografico completamente assente in Italia nel ’77/78, a parte qualche tentativo ridicolo, fasullo e non calato nella realtà dei fatti (che avvengono altrove): il 45 giri, più hard rock che punk, degli Aedi, “Fratelli d’Italia / La bomba atomica”; il “Punk Rock” de Gli Incesti, coppia fratello-sorella milanese (Leonardo e Antonella Stoico), dai testi indisponenti per il paese bigotto e democristiano dell’epoca e con un imprinting musicale tra glam blando e rock’n’roll sbiadito e raffazzonato; l’improponibile e per niente credibile “Neapolitan Punk” degli Enter ‘O Clisma (gruppo di Nino Buonocore), un incrocio tra wave e pallide sfumature hard rock cantato in napoletano; le produzioni pseudo punk tendenti all’hard rock – Judas e Decibel – della Spaghetti Records, etichetta di Shel Shapiro. Ed infine, due produzioni discografiche dal valore apprezzabile: “Asylum” (1978), disco dei romani Elektroshock, uscito per la Numero Uno di Battisti. E “Voices” (1978), unico album dei torinesi Rancid x, pubblicato per la Polydor (la stessa etichetta di “Chinese Restaurant”), e che in qualche modo propone un rock sporco e grezzo, influenzato, seppur leggermente, da personaggi come Lou Reed ed Iggy Pop. Ovviamente comincia a crearsi un “mercato” e dal 1979 in poi le produzioni discografiche, catalogate come punk, aumenteranno ma saranno chiaramente fuori tempo massimo, in contemporanea con il nascente post – punk. E così alcuni gruppi, già attivi, incidono i primi brani: i bolognesi Gaznevada e Sorella Maldestra diffondono le prime cassette su Harpo’s Music, poi diventata Italian Records, label che ha dato alle stampe “Pordenone / The Great Complotto” (1981), raccolta di artisti vari, testimonianza della scena pordenonese della fine degli anni settanta: compilation con registrazioni di Sexy Angels, Cancer, W.K.W., Andy Warhol Banana Technicolor, The Little Chemists, Fhedolts, Mess, Musique Mecanique, Waalt Diisney Production e Mind Invade, risalenti al ’79 e 80. Tra punk e post-punk. Che per certi aspetti, in Italia, è stato anticipato dal debutto su LP dei Chrisma. Perché anche se Arcieri & Co venivano definiti punk dalla stampa, a livello di suoni non lo erano affatto, tendendo a sintetizzare tramite strumenti elettronici (synth, sequencers, drum machine) strutture musicali pop e rock (inserite grazie all’utilizzo delle chitarre e delle batterie). Il disco, prodotto e registrato a Londra nei Nemo Studios di Vangelis, è quindi, tendenzialmente, un anello di congiunzione tra pre e post 1977 per quanto riguarda l’Italia: da una parte canzoni pop (“Lola”, “Mandoia”) e dall’altra brani tendenti al punk (“Wanderlust”) e pezzi più sperimentali con un occhio alla scena kraut tedesca. Il punk se c’è, si materializza nella capacità di rompere certi schemi:
“Il punk rock è stato per noi una specie di scintilla riattivante. Per mezzo di essa, infatti, Maurizio ha ritrovato in pieno la capacità creativo-compositiva, la voglia di suonare, l’esigenza di esprimersi tramite un linguaggio fatto di suoni. E questo dopo aver taciuto per degli anni interi, in preda a una confusione tremenda. Perciò il punk rock agli inizi ha avuto anche una funzione liberatoria: l’incubo dell’inespressività era stato definitivamente sconfitto.
E dopo una gioia iniziale è subentrata in noi una grande rabbia. Ci siamo chiesti logicamente il perché di questi anni di silenzio… Ed allora ecco spiegati i motivi più profondi degli atti estremistici (che non ripudiamo, né rinneghiamo) che abbiamo compiuto in passato, li consideriamo come una rabbiosa reazione al silenzio del passato.”
(Chrisma, Ciao 2001 – Maggio 1979)
(Monica Mazzoli)