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La particolarità degli Holy Esque, e basta schiacciare play per capirlo, è il cantato di Pat Hynes: scomposto, irruento, altalenante. Quello che ci vuole per rendere interessante una base new-wave/indierock che risulta indubbiamente accattivante ma anche non particolarmente nuova.
Ma – del resto – non siamo qui a cercare musica innovativa, solo musica bella. Quindi qual è il giudizio? La band di Glasgow si fa ben apprezzare con “Tear”, nuovo estratto dall’album “At Hope’s Ravine” che è atteso per il 26 febbraio 2016 su Beyond The Frequency.
Aspettiamo l’lp, ci siamo intesi?
(Paolo Bardelli)