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Il 5 febbraio esce, per la Annibale Records (neonata etichetta fiorentina), “Shambolic”, primo album dei Dead Coast, gruppo psichedelico inglese dalle venature surf/blues. Il 30 gennaio, nella – per adesso- unica data italiana, la band presenta il nuovo disco al tender:club di Firenze, all’interno de la Annibale night.
Per l’occasione abbiamo scambiato qualche parola con Luca, cantante dei Dead coast
Il nome “Dead coast” è curioso. “Coast” fa venire in mente la west coast americana. Come mai la scelta di questo nome? Ha un significato?
La scelta del nome Dead Coast è avvenuta in contemporanea alla diversa direzione musicale presa, con il cambio di line up, dalla band che all’epoca si chiamava The Trippers. Insomma è stata una sterzata molto brusca da molti punti di vista: crescita del gruppo, quello che volevamo essere e raggiungere.
Il nome era venuto fuori un po’ un per caso ma sentivamo che si adattava molto bene a quello che stavamo facendo: l’abbinamento dei suoni ad un immaginario desolato, non su questa terra, forse, quasi morta, ma con delle vibrazioni interne comunque pacifiche, quasi ultraterrene ma sempre all’erta di tutto ciò che si ha intorno.
Personalmente ero anche molto affascinato dalla parola e dal concetto riguardante la morte, mi facevo molte domande tempo fa, senza che soffrissi di depressione, o non so che, era solo pura e innocente curiosità…le mie giuste o sbagliate, ma personali opinioni, si possono trovare nei testi.
Avete pubblicato due EP. Il 5 febbraio esce il vostro primo album? Come vi siete approcciato al concetto di disco?
In realtà abbiamo pubblicato tre EP che si possono trovare su Bandcamp e siti correlati. Siamo usciti con la Lolipop Records di Los Angeles e le cassette del nostro primo EP “tentativo”, dal titolo omonimo Dead Coast, sono andate sold out.
Poi, dopo un nuovo cambio di formazione, è uscito il White Cross EP (2012), registrato sempre a Londra, con un discreto riscontro tra amici e band locali, con qualche recensione qua e là.
Nel Maggio 2013 è uscito il nostro terzo EP “Seven Deadly Children”, registrato in uno studio-garage di un nostro amico. È l’EP che secondo noi ci ha dato un po’ più di visibilità: siamo cresciuti nell’approccio allo strumento e nel tipo di sonorità che volevamo nei brani, riuscendo ad arrivare su NME, altri magazines indipendenti locali molto interessanti e venendo ospitati anche in qualche stazione radio appartenente a questo nuovo circuito Garage/Psych, credo che la gente si stesse accorgendo di noi.
Arrivati al Novembre 2014 ci siamo chiusi in sala per sei giorni ed abbiamo registrato il nostro primo e proprio vero lavoro, l’album “Shambolic”.
Era giunta l’ora di fare un passo un po’ più lungo della gamba e con “Shambolic” penso ci siamo riusciti. Sentivamo il bisogno di buttare giù diverse idee e diversi stili musicali usando diversi stati d’animo.
Speriamo che il nostro primo LP dia modo di esporre la band ad un pubblico più vasto e ad affermarci come un gruppo nuovo ma serio.
Com’è nata la collaborazione con la Annibale Records?
La nostra collaborazione con Annibale Records è nata principalmente da l’amicizia che ci lega con i fondatori dell’etichetta: Luca Landi e Mattia Biagiotti dei Go!zilla.
Luca Landi detto “Lando”, sin dagli inizi, ha supportato i Dead Coast e così quando noi stavamo per ultimare l’album, e Luca con Mattia era in procinto di creare la Annibale records, gli ho mandato l’album e gli è piaciuto talmente tanto che ci ha proposto di iniziare questa bella collaborazione.
Che dire, siamo tutti molto presi dal lancio dell’album che avverrà in due separate sedi: al Tender Club di Firenze il 30 Gennaio e allo Shaklewell Arms di Londra il 5 Febbraio.
“Hills Made Of Sand”, primo singolo estratto da “Shambolic”:
(Monica Mazzoli)