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Interfacciarsi con un festival della portata dell’Eurosonic non é proprio una passeggiata.
Nel cuore di Groningen (Olanda) tutta tulipani e canali, l’Eurosonic riunisce i magnate dell’industria musicale e presenta il meglio (e il meno peggio) del panorama della musica europea da ben 30 edizioni.
Quattro giornate, (dal 13 al 16 gennaio), 346 gruppi e 38 locations un po’ qua e un po’ la per le vie della cittadina.
Se da una parte, dalla mattina al pomeriggio, i boss dell’ industria musicale si arrovellavano su come combattere lo streaming, organizzare piani strategici europei e puntualizzare la longevità della Radio in super-organizzati pannelli all’Oosterport; dall’altra c’era chi come me perdeva la testa cercando di organizzare un piano d’attacco vincente per i live della notte, di fronte ad un timetable quanto mai ricco e complicato.
Se un mio primo approccio é stato quello di puntare su artisti già conosciuti ed apprezzati, per il resto mi son fatta trasportare dalle belle parole dei depliant, dalle foto di facebook, dal grado di sudiciume e/o fascino della location andando incontro a sicurezze e delusioni, rimpianti e rivelazioni.
Questa top 7, non ha niente a che vedere con una classifica dettagliata del meglio che poteva offrire l’Eurosonic, ma quanto al meglio che ho potuto trovarci, lasciandomi guidare sia da innato patriottismo (ed e’ vero, l’Eurosonic sono un po degli Europei della musica), sia dai piedi, che tra la neve, non sapevano letteralmente bene dove andare. Di seguito i 7 prescelti (tra una ventina e spiccioli che ho raccolto) accompagnati dai video proposti proprio dal sito dell’Eurosonic.
SOAK @ STADSSCHOUWBURG
Nello splendido teatro di Stadsschowburg, l’irlandese vincitrice 2016 degli EBBA (European Border Breakers Awards) ha lasciato tutti senza fiato. Bravissima, delicatissima, dolcissima, tutto meritatissimo. Difficile togliersela dalla testa. Dicono tutti che ha lasciato la scuola per dedicarsi alla musica, e tutti ci tengono sempre a specificarlo. Mah.
BE FOREST @DESPIEGHEL, MAIN
Orgoglio italiano che salpa ed é già salpato per altri luoghi e orizzonti (confermato fenomeno globale da Earthbeat). Bravi, Bravi, Bravi. Suonano da ciddì.
SACRI CUORI @ VERA
Altro orgoglio italiano. Mea culpa di non aver mai seguito la band, ma i romagnoli Sacri Cuori, in questo live accompagnati dall’italo-australiana Carla Lippis (la femminilita’ in persona), sono spettacolari. Romantici e western come Ennio Morricone, scenari e atmosfere inconfondibili. (e il video proposto non rende bene quanto un loro live possa regalare).
THE PARROTS @ DESPIEGHEL, MAIN
Quello che non avevo capito dei The Parrots é che sono spagnoli, sono ragazzi e gli piace di bere e di suonare. Sono rimasta piacevolmente sorpresa da un live così energico e travolgente e mi sono pentita di aver trovato nel loro album un garage banale e pretenzioso.
Dalle anticipazioni che han regalato possiam contare su molti più “harriba” e corazon”.
YUNG @ HUIS “DE BEURS”
Il punk dei danesi Yung é arrabbiato e urlato senza cognizione di causa, e lo dimostra l’aiuto di una misteriosa fiaschetta sul palco. Un punk melodico dal sapore anni 90 come dimostra il video ma anche grezzo e disperato. Apprezzati anche sette baldi giovani che si sono lanciati nel pogo.
GO!ZILLA @ DESPIEGHEL, MAIN
Chiudono la tripletta italiana ospite all’Eurosonic. Ebbene si, noi italiani siamo il meglio. Anche se ho dovuto aspettare le 2 del mattino, il sound dei Go!zilla, supportato stavolta da un quarto tastierista, ha ribaltato il palco già appiccicoso del Despieghel.
PAUW @ HUIZE MAAS, MAIN
I Pauw giocano in casa e lo si percepisce dal seguito. Devo ammettere che il loro rock psichedelico non aggiunge nulla a quello già detto (anzi cercano in tutti i modi di tornare alle origini del genere) ma sarà per il loro look, il gong, e l’atmosfera generale che convincono ad imbarcarsi in un viaggio verso i 60’s, dalla musica alle acconciature.
FUORI CLASSE
Bravi il trio Have You Ever Seen the Jane Fonda Aerobic VHS?. Belle canzoni, bellissime tastierine, nessuna chitarra, riff punkeggianti ed un cuore pop grande cosi!
Bravini invece i The Homesick, che promettevano molto, ma forse, un po per l’emozione ed un po’ per disagi tecnici, non danno il meglio sul palco.
RIMPIANTI
Tutti ne parlavano e tutti li volevano, ma non ho avuto modo di vedere né gli Afterpartees né Kovacs, a quanto pare il futuro della musica Olandese: indie power-pop i primi, soul e pungente la seconda. Ah e le The Big Moon dal Regno Unito, che han tutte le carte in regola per sorprendere.
RINGRAZIAMENTI
Univeristy of Highlands and Islands che mi ha pagato il biglietto, la Couchsurfer Natalia che mi ha ospitato, il blog Oogst Groningen che mi ha fotografo apprezzando il mio look da poveraccia e i distributori automatici di panini che mi ha sfamato.
(Tea Campus)