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Copertina del numero 5 (marzo/aprile 1978) di Chainsaw, fanzine punk pubblicata tra il 1977 e il 1984 a Croydon, citta nella zona sud di Londra. Nella foto gli Users in formazione ridotta a tre: (da sinistra a destra) il batterista Andrew Bor, il chitarrista Chris Free “Panic” e il cantante Phil James . Manca il bassista Pete Bevington (con il gruppo solo per un anno- il 1978 – e poi sostituito da Rick Tucker).
“We’d be doing what we’re doing whether there’d been a punk scene or not. We’ve got our own individual style. Most punk groups are the same as The Ramones.”/ “Noi faremmo quello che stiamo facendo anche se non ci fosse una scena punk. Abbiamo uno nostro stile individuale. La maggior parte dei gruppi punk sono tali e quali ai Ramones”
Parole di Chris Free Panic, chitarrista degli Users intervistato dalla fanzine Chainsaw nel marzo/aprile 1978 (copertina a inizio articolo). Free, molto convinto dei propri mezzi, non ha tutti i torti. A Cambridge, luogo di origine della sua band, non esiste una scena punk vera e propria, lui e i suoi compagni vivono in un città dalle tinte nothern soul e glam rock (generi che vanno nei club notturni nel 74-75). E nel resto del Regno Unito la situazione non è molto differente, il punk (britannico) deve ancora scoppiare fuori da Londra, perché, è bene ricordarlo, quando gli Users – nel settembre 1976 – cominciano a suonare, i Sex Pistols fanno concerti solo nei college e club londinesi, almeno fino alla data parigina al Club De Chalet Du Lac. Ma, alla fine, anche con l’ “arrivo del punk” nel 1977, a Cambridge lo stato delle cose è che non cambi poi molto : se non fosse per l’etichetta Raw Records di Lee Wood (in origine Rawpower Records da un’idea degli stessi Users, che l’avevano pensata come casa discografica personale), non avremmo nessuna testimonianza (o quasi) delle poche realtà punk presenti sul territorio della contea di Cambridgeshire : i primi Soft Boys pre- A Can of Bees (quelli del primo EP “Give It to The Soft Boys”, 1977), The Now ed Ersatz. E gli Users ovviamente.
È proprio Wood a far sì che la band di Free, di James e di Bor incida qualcosa pubblicando le registrazioni realizzate dal gruppo agli Spaceward Studios nel marzo 1977 (con alle spalle solo due concerti). Dalla sessione in studio vengono fuori quattro brani :”Sick of you”, “In love with today”, “Louie Louie” e “Message” (che poi in seguito diventerà “Dead on arrival”).
I primi due finiscono sul primo sette pollici. Taglienti ed incisivi, le chitarre sono sgraziate ma il cantato, pur nella sua natura strafottente ed arrabbiata, risulta piacevole, anche se non si può certo parlare di melodie (power)pop. Tutt’altro, è solo rock’n’roll, per certi versi figlio del pub rock inglese, filtrato attraverso il garage americano. D’altronde Free e compagni crescono, musicalmente parlando, con i dischi di Stooges, MC5 e Who, e nel 1975 i Dr Feelgood suonano a Cambridge. Il cerchio si chiude alla grande, quindi. Ed è inevitabile che gli Users suonino in un certo modo: diretto e senza filtri. Ci sono, però, pochi concerti a testimoniarlo: la band suona live raramente – causa mancanza di una strumentazione personale – e non riesce ad affermarsi a livello nazionale.
Così, dopo un secondo 45 giri uscito per la Warped Records “Kicks in Style / Dead on Arrival” (1978), nel 1979 la storia degli Users finisce. Solo nel 2008 la Bin Liner svolge un’operazione di recupero commerciale della discografia del gruppo pubblicando la raccolta “Secondary Modern 1976-1979”, contenente i due singoli (ovvio), una cover di “It’s not true” (e non poteva essere altrimenti), tre tracce demo inedite molto più pop del solito (“Listen”, “Now that it’s over” e “All I get”) ed una canzone live, “Bad Decision”, con Robyn Hitchcock (Soft Boys) al basso.
(Monica Mazzoli)