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La Top7 della settimana (#7, 2016)

Paolo Bardelli

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copertina

Cose belle in una settimana impegnativa come questa.

7. Le buone presentazioni dei Massive Attack

Per “lanciare” in modo fattivo un album, una canzone o un video occorre una buona presentazione. Ecco, il prossimo video di “Voodoo In My Blood” dei Massive Attack si presenta così.
Andiamo bene, no?

6. I vestiti di scena della Consentino

Per questo vestitino “sberluccicoso” très chic Bethany Cosentino ha ringraziato @dbleudazzled e @marissajoye. Noi ringraziamo Bethany.

And the catsuit that stole the show thanks to @dbleudazzled @marissajoye ✨💫✨💫 (photo by @brooklynvegan)

Una foto pubblicata da Best Coast (@best_coast) in data:


(foto del concerto dei Best Coast del 18 febbraio 2016 al Terminal 5 di New York)

5. I Solar Bears, ovvero il bello dell’elettronica irlandese

Nel 2013 li misi al secondo posto dei miei Awards. Gli irlandesi Solar Bears infatti fecero un disco (“Supermigration”) di un’elettronica da veri artigiani con la cura di quei vecchi ciabattini che ti suolano ancora le scarpe in bugigattoli che hanno l’odore di altri tempi. Nell’anno di grazia 2016 è cambiato qualcosa? Sono migliorati? Sono pronti per fare il grande salto?
Iniziamo a lambiccarci il cervello con questi interrogativi ascoltando la nuova “Wild Flowers”.

4. The National + Beirut = LNZNDRF

Il loro video uscito oggi, “Future You”, pare un documentario del National Geographic.
I LNZNDRF sono un nuovo progetto di membri dei National, i gemelli Scott and Bryan Devendorf, nonché Ben Lanz dei Beirut. Il loro debut-album omonimo è uscito oggi su 4AD, dunque una certezza.

3. Le Savages fotogeniche

Loro vengono sempre bene in foto, ma qui sono ulteriormente superlative.
savages

2. Kat Bjelland semi-snodabile

Non sarà una posa difficilissima, ma rende.
Vero?

#babesintoyland #tour #montreal photo credit Billy Briggs

Una foto pubblicata da Babes In Toyland (@babesintoylandofficial) in data:

1. Il sogno di Annabel Jones

Annabel Jones è un’artista londinese della Atlantic Records, figlia di Davy Jones dei Monkees, con un visino simpatico. Quello che più ci è piaciuto di lei questa settimana non è il suo nuovo singolo “IOU” (che potete ascoltare qui sotto, e che comunque è molto carino) oppure le sue belle foto sui profili social (come ad esempio la foto “ufficiale” del suo ritorno), bensì un suo post sui social.

I had a dream this morning I was dancing with my Dad, it was so beautiful.

Non credo ci sia bisogno di aggiungere molto.

(Paolo Bardelli)

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010