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ph: @sweetyrome on Instagram
Dopo il concerto dei Kula Shaker all’Orion di Ciampino di venerdì scorso viene quasi voglia di chiedere a Crispian Mills quale sia il trucco per rimanere uguale nel corso di nove anni. Sì perché il cantante e chitarrista visto sul palco l’altro giorno appare completamente uguale a quello che si esibì nel primo tour di reunion della band nel 2007 al Circolo degli Artisti di Roma (che a sua volta non sembrava accusare gli anni passati dal periodo dei primi due dischi del gruppo).
A parte questa nota di colore, il live all’Orion ha messo in mostra una band in grande spolvero, che suona quasi a memoria in un set perfetto. Alla base anche un pizzico d’umiltà nel constatare la differenza tra i primi due dischi dei Kula Shaker e quelli post reunion. La stessa scaletta infatti lascia pochissimo spazio anche all’ultimissimo album “K2.0” (se non per l’ottimo singolo “Infinite Sun” e qualche altro episodio) ed in generale alla produzione recente. Mentre i classici, acclamatissimi ci sono tutti. Ed anche loro, come i Kula Shaker, no sembrano perdere smalto con il passare degli anni. Dall’iniziale “Sound of Drums” alle acclamatissime “Greatful when you’re dead/Jerry was there” e “303”, senza dimenticare le melodie di “Shower your love” e la bella cover di “Hurry on Sundown” degli Hawkwind. A proposito di cover non manca quella di “Hush”, non prima però di gettarsi nella psichedelia di “Tattva” e “108 Battles (of the Mind)”.
Nei bis invece spazio a “Hey Dude” e una lunghissima versione di “Govinda”.
(Francesco Melis)