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Hy Brazil è una leggendaria isola dell’Oceano Atlantico di cui per molto tempo non solo se n’è creduta l’esistenza, ma addirittura data per scontata, tanto da apparire su tutte le carte geografiche.
Allo stesso modo, nonostante il mercato, molti davano per certa l’esistenza di qualcosa dal sound internazionale in Italia, ed in questo caso si è avuta più fortuna, con i Weird Black che hanno battuto un colpo.
Uscito per We Were Never Being Boring, “Hy Brazil” è un lavoro dal chiaro imprinting folk, per nulla scontato, orientato verso una ricerca non edonistica ma sincera, come testimonia in maniera sensibilmente percettibile “Nictophobia”.
Ed è una psichedelia, quella che caratterizza le 12 tracce contenute nell’album, lenta ed appoggiata, che sembra sempre portare con sè l’andamento delle numerose ballate presenti nel disco, una su tutte “And You are lost”.
Ma c’è anche quella vocalità da outsider alla Daniel Johnston che spersonalizza le radici romane di Luca e Giampaolo per consegnare la loro musica al di là delle Alpi e del Mediterraneo, oltre il positivismo ad ogni costo, più all’interno delle persone (ascoltare “A theory of everything” per convincersi).
Non manca, infine, un approccio sintetico alla spiritualità, affrontato con “In the Grave of Lord”, una chiave di lettura fornita all’ascoltatore che non si sbilancia in nessuna affermazione, ma libera un vortice riflessivo.
Musicalmente impossibile non sottolineare un fantastico basso di chiaro stampo mccartiano ed una sapiente miscelazione dei suoni sintetizzati e malinconiche chitarre mediose.
Un debutto quello dei Weird Black destinato ad avere un seguito ed una continuità: l’esorcismo dell’isola maledetta è riuscito.
73/100
(Francesco Fauci)