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Abbiamo intervistato Machweo qualche settimana dopo la pubblicazione del suo ultimo lavoro “Musica da Festa”. Un disco che lo proietta tra i nomi più in vista della scena elettronica italiana, come testimonia il nuovo brano “Meganotte” in uscita il 21 aprile per Bad Panda.
Com’è nato il tuo ultimo album “Musica da festa”? Qual è stato l’iter creativo?
Musica Da Festa ha avuto una gestazione molto lunga, sono partito da idee molto diverse tra loro. Pian piano, complici gli ascolti che ho fatto negli ultimi anni, ha preso una direzione sempre più precisa. Flying Kids Records ha avuto un ruolo fondamentale nell’inquadrare la strada che stavo intraprendendo e nel farmelo notare. Io ho sempre avuto un approccio istintivo alla composizione delle mie tracce ma posso dire che nella fase finale della stesura di Musica Da Festa e solo in questo caso, la consapevolezza del “concept” (se così vogliamo chiamarlo) che stava prendendo forma è stata fondamentale. Per questo mi sento di dire che questo sia il mio primo vero disco, ha un’idea di base molto forte.
Questo tuo secondo lavoro pare diametralmente opposto al tuo disco d’esordio. Vedi questa differenza come un cambio di direzione preciso oppure è una sua naturale prosecuzione?
No, è stato un processo naturale, niente di deciso a tavolino e di questo sono molto orgoglioso. Mi piace molto cambiare, l’importante è farlo con consapevolezza credo.
Altro tema che mi pare centrale in “Musica da festa” è il continuo mescolare sonorità diverse, anche se sempre legate al mondo dell’elettronica. Si tratta di una scelta voluta?
Sì, nell’ultimo periodo ho ricevuto troppi input dal mondo esterno, alcuni riguardavano il macrosistema della musica da club, altri riguardavano la mia formazione “accademica”, nel senso che frequento il Conservatorio di Bologna, faccio musica elettronica e certi ascolti ovviamente mi hanno influenzato tantissimo.
Rispetto al tuo disco d’esordio, questo nuovo pare avere un grado di fruibilità diverso, probabilmente più ampio. Pensi che possa colpire anche chi non è così dentro il genere?
Immagino di sì, forse alcune melodie e atmosfere possono aiutare anche un ascoltatore che la musica elettronica non la mastica. C’è da dire che nonostante pensassi che questo fosse un disco facile all’ascolto, dall’esterno mi hanno sempre fatto notare che non è così, che è un disco che richiede un buon numero di ascolti per essere digerito. Ora però tu mi stai dicendo che Musica Da Festa ha un grado di fruibilità più ampio… Decidetevi! 😀
Negli ultimi due anni stanno uscendo in ambito elettronico (inteso in senso lato) tanti dischi che sono ben accolti sia in Italia che all’estero. Ti senti pare di questa scena?
Io mi sento parte di un mondo italiano che aumenta costantemente la propria attenzione su questo macro sistema che è la musica elettronica. Non credo che in Italia esista una scena elettronica quanto un vero e proprio fermento creativo in questo senso. Di questo mi sento parte, sì.
(Francesco Melis)