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La Svizzera è periferica rispetto rispetto ai grandi centri culturali europei e questa caratteristica di lontananza dalle mode è forse il motivo principale per cui, negli ultimi dieci anni, Berna e Zurigo/Basilea hanno ospitato due artisti fuori dal tempo ed estremamente eclettici come Balduin e Klaus Johann Grobe. Entrambi ascoltatori voraci di musica. Il primo appassionato di psichedelia, prog, krautrock, elettronica e soundtrack music; i secondi – Sevi Landolt (organo/synth/voce) e Daniel Bachmann (batteria/voce) – maggiormente addentro al soul/funk anni settanta, alla musica brasiliana e sudamericana. “Im Sinne der Zeit” (2014), primo CD/LP del duo distribuito dall’americana Trouble in Mind, pur avendo qualche sottile venatura cosmica (“Kothek”), si caratterizza per la ricerca di una Popgefühl, definizione coniata dai diretti interessati: questo termine vuole sottolineare la passione dei due musicisti per la musica anni settanta ed ottanta con una sensibilità pop, nei brani che anticipano il nuovo album – “Spagat der Liebe” in uscita il 6 maggio – questa influenza viene fuori con prepotenza, insieme, ovviamente, ai consueti testi in tedesco sul filo del non-sense.
“Wo sind”, primo pezzo in anteprima, ha un andamento catchy, easy listening e dance, tant’è che i synth si prendono tutto lo spazio, quasi a rimbombare, ottenendo un effetto psichedelico, reso terribilmente funky da linee di basso irresistibili, trasudanti groove. Non è il caso, quindi, di parlare di krautrock, anche se sicuramente qualche leggera sfumatura di “kosmische Musik” emerge in chiusura di brano. Stando alle parole di Daniel Bachmann a Brooklyn Vegan la canzone è “un perfetto esempio dello spirito del disco”. Il lavoro sarà, quindi, tremendamente ballabile, ma con un mood funk e lisergico, che il duo porterà live il 29 aprile al festival psych americano per eccellenza, il Levitation Festival ad Austin, Texas.
Nel bel mezzo del tour negli Stati Uniti, con qualche data anche in Svizzera ed in Germania, il duo ha poi pubblicato il primo singolo ufficiale : “Geschichten aus erster Hand”. Ossia i Kraftwerk synth pop sotto acidi: i battiti algidi della band di Düsseldorf stravolti in chiave psych funk per fare ballare sul dancefloor, come recita il ritornello, “c’mon baby, wir gehen tanzen” (“forza baby, andiamo a ballare”).
(Monica Mazzoli)