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Probabilmente è la prima volta nella storia di Kalporz che un articolo viene redatto in pullman… È infatti questo il mezzo che abbiamo scelto stavolta per raggiungere Cannes, dove da domani prenderà il via l’edizione numero sessantanove del festival cinematografico più seguito e chiacchierato del mondo; Kalporz sarà sulla Croisette come oramai d’abitudine, per cercare di raccontare il festival, le sue meraviglie artistiche e le curiosità, alcune non poi così lontane dal trash.
Per il 2016 Thierry Frémaux, delegato generale del festival, ha deciso di fare le cose in grande, almeno sulla carta: in concorso, a lottare per la conquista della Palma d’Oro, si daranno battaglia tra gli altri Jim Jarmusch (“Paterson”), i fratelli Luc e Jean-Pierre Dardenne (“La Fille inconnue”), Bruno Dumont (“Ma Loute”), Cristian Mungiu (“Bacalaureat”), Cristi Puiu (“Sieranevada”, il primo dei film della sezione a essere presentato alla stampa, domani sera dopo l’apertura fuori concorso affidata a Woody Allen e al suo Café Society), Park Chan-wook (“The Handmaiden”), Paul Verhoeven (“Elle”), Ken Loach (“I, Daniel Blake”), Jeff Nichols (“Loving”), Nicolas Winding Refn (“Neon Demon”) e Asghar Farhadi (“Forushande”). Roba da palati fini.
Non che le altri sezioni del festival siano da meno: quale altra kermesse può permettersi di “relegare” Hirokazu Kore-eda in “Un certain regard”, e di ospitare nel fuori concorso un secondo film di Jarmusch (“Gimme Danger”, una delle “proiezioni di mezzanotte”), “The BFG” di Steven Spielberg, il nuovo film di Jodie Foster e poi Mahamat-Saleh Haroun, Rithy Panh, Albert Serra e Paul Vecchiali? Senza contare la ricchissima selezione della Quinzaine des réalisateurs – sezione parallela al festival – che vede uno a fianco all’altro Pablo Larraín, Alejandro Jodorowsky, Paul Schrader, Marco Bellocchio, Paolo Virzì, Anurag Kashyap e Kim Nguyen.
Un vero e proprio parterre de roi, che costringerà il popolo degli accrediti a inevitabili (e dolorose) rinunce, considerato che molte delle proiezioni si accavalleranno le une sulle altre. Si correrà dunque da una sala all’altra, sperando di evitare il più possibile gli ingorghi umani sulla Croisette – cose dell’altro mondo, in confronto la tangenziale nell’ora di punta sembra un campo di grano accarezzato dal vento – e tenendo le dita incrociate per quel che riguarda l’ingresso in sala. Perché, si sa, Cannes divide gli accreditati in vere e proprie classi sociali, distinguendoli per colore del badge e permettendo l’ingresso nelle sale solo seguendo il protocollo rigidissimo delle priorità.
Per il resto, esaurite le aspettative sul programma, la speranza è davvero sempre una sola: che per due settimane sulla Costa Azzurra brilli il sole, evitando a chi deve affrontare le file quantomeno l’ignominia dell’inzuppamento temporalesco. Chissà…
(Raffaele Meale)