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Father John Misty (al secolo Josh Tillman), questo strano tipo di predicatore del cantautorato americano anni ’10, ha stupito il pubblico di Aarhus ieri sera con un’ora e mezza di autentica performance sia musicale che interpretativa.
Conoscendo il soggetto, c’era il rischio di trovare sul palco una persona scontrosa e pronta alla lamentela per ogni minimo dettaglio, e invece siamo stati fortunati a trovarlo nel suo mood migliore, scherzoso, affascinante, che assorbiva l’energia del pubblico nordico solitamente freddo e distate e la restituiva addolcita da balletti, svolazzamenti di mani e profonda interpretazione dei suoi testi, con voce, corpo e cuore.
Per un’ora e mezza, il pubblico è stato trasportato in uno di quei mondi paralleli dove solo la musica sa portare, in paesaggi americani anonimi e malinconici, che raccontano piccole grandi storie di vita quotidiana, ipnotizzato dalla voce suadente di Tillman e dagli arrangiamenti impeccabili della sua band.
Qui sotto qualche foto, in fondo la scaletta.
La scaletta
Every Man Needs a Companion
Hollywood Forever Cemetery Sings
When You’re Smiling and Astride Me
Only Son of the Ladiesman
Nothing Good Ever Happens at the Goddamn Thirsty Crow
Funtimes in Babylon
Nancy From Now On
Chateau Lobby #4 (in C for Two Virgins)
I’m Writing a Novel
Now I’m Learning to Love the War
Bored in the USA
Holy Shit
True Affection
This is Sally Hatchet
I Love You, Honeybear
I Went to the Store One Day
Kiss It Better
The Ideal Husband