Share This Article
La giovanissima Greta Kline, meglio nota con lo pseudonimo di Frankie Cosmos, dal nome del suo progetto tanto indie quanto pop, è tornata con un nuovo album in studio, dopo il grande successo ottenuto con “Zentropy”, definito album pop dell’anno dal New York Magazine nel 2014.
In “Next Thing”, di durata 30 minuti effettivi, la Kline è riuscita a riunire ben 15 brevi tracce dai toni decisamente lo-fi e a raccontarci con la leggerezza dei suoi ventidueanni la propria visione del mondo, il suo cosmo, appunto.
“Next Thing” è un album che tranquillamente possiamo definire twee-pop, un indie-pop dolce, fatto di melodie semplici, chitarra tintinnante in sottofondo e un pizzico di influenze 60’s, sulle orme di un’altra artista emergente del genere quale è Courtney Barnett e richiamando i Belle and Sebastian, precursori per eccellenza di quel genere.
Molte delle canzoni dell’album (“Embody”, “On the Lips”, “Too Dark”) sono lavori passati che la Kline ha recuperato, mentre altre, tra cui segnaliamo “Sappho”, “Sinister” o la opening track “Floated in”, sono nuove di zecca. Da questo patchwork di tracks ne esce la cronistoria di quelle che sono le inquietudini e le insicurezze di un’adolescente, narrate dalla voce calma e delicata di Greta. I temi spaziano da questioni esistenziali quali la condizione di avere vent’anni di “I’m 20” ai lasciti di una relazione finita nel rush-pop di “Fool”, alle banalità quotidiane descritte con gli accordi minimali e il tono asciutto di “If i had a dog”.
La Kline con Next thing ci dimostra come senza dubbio stia artisticamente crescendo ma, forse, non ancora abbastanza da poter considerare l’album tra i miglior del suo genere. E’ un lavoro forse un po’ troppo leggero nei suoni e nei lyrics e le tracce, a volte estremamente brevi, tendono a lasciare insoddisfatti.
75/100
(Virginia Tirelli)