Share This Article
Dal 2006 in quel di Brighton per tre intense giornate di Maggio, si tiene uno dei festival europei più grandi dedicato alla scoperta dei nuovi talenti musicali, più volte aggettivato come “il South By South West di noi altri”. Stiamo parlando del The Great Escape Festival. Per questa decima edizione (19-21 maggio 2016) il festival ospitava centinaia di bands e innumerabili venues in tutta la città.
In tutto ciò, Brighton è forse la città più bohemien di tutto il mondo. Ed è così che io mi immagino San Francisco. Non voglio esagerare, ma l’atmosfera delle tre giornate nella cittadina sulla costa è a meta strada tra la weirdness di un film di Jim Jarmusch e il non sense di un film di David Lynch (e moquette ovunque, tende di velluto e scenari quali hotel e sale da ballo aiutano ad immaginarsi protagonisti di un luogo surreale) . Al ritmo di “living the dream every day” non solo il Great Escape offre molti concertini imperdibili, ma anche street food, una serie di eventi cittadini legati al Finge festival ( arte e performance) e all’ Alternative Escape (concerti gratuiti sparsi un po’ ovunque). L’importante è assicurarsi che tutti, ma proprio tutti, possano godersi un fine settimana di birroni nei parchi, musica ed euforia.
Come in tutti i festival sparsi per la città non è stato facilissimo ricostruire la mia personale line-up del cuore. Ci sono volute lotte con gabbiani, corse contro il tempo (e il vento) e impermeabili gialli per sopravvivere. Con timetable e mappa alla mano ho cercato di scegliere I gruppi da vedere seguendo diverse variabili: i gruppi che mi piacevano di più/ i gruppi di cui ho sentito parlare di più/ i gruppi suggeriti niente po’ po’ di meno che dall’app del festival in base ai tuoi likes su Facebook . La top 7 che segue deriva da lunghe e profonde riflessioni ed è in ordine cronologico.
Consiglio per gli avventurieri: se non sapete come fare amicizia o attaccare bottone nei momenti di solitudine, basta sussurrare 3 volte la parolina magica “Nick Cave” (vero eroe locale, sopratutto dopo le ultime vicissitudini) che subito avrete compagnia assicurata per le prossime 5 ore, imbarcandovi nel grande dilemma “meglio Birthday Party, Bad Seeds o Grinderman?”.
1 . Alice Phobe Lou @ Patterns
Finita la scuola, Alice lascia Cape town (sud Africa) e va a Berlino. Dopo anni di busking per la capitale, nel 2014 pubblica un ep “Momentum”, apre per il tour di Rodriguez (aka Sugar Man), e suona in tutto il mondo dalla Palestina a New York. Il 2016 è l’anno della consacrazione. La sua voce, accompagnata da un sottofondo strumentale tra il jazz e il pop è unica e ti fa credere che il mondo possa diventare un posto migliore.
2. Frankie Cosmos @ Paganini BallRoom
Da New York City l’anti- folk di Frankie Cosmos (aka Greta Simone Kline e I suoi amici) è fine e molto intelligente. Da sempre attiva in varie uscite “fai-da-te”, questo ennesimo progetto dell’ex chitarrista dei Porches (anche loro presenti al festival) è stato tra i più azzeccati suggeritemi dalla app.
3. Night Beats @ Brightelm
Per il ciclo “gruppi che mi piacciano di più” i Night Beats non hanno bisogno di tante presentazioni per gli appassionati del new garage. Direttamente da Seattle stanno portando in giro la loro ultima fatica “Who Sold My Generation” (Heavenly Records).
4. Bleached @ Horatio’s
Da Los Angeles, le sorelle Clavin (Jennifer e Jessica) assieme Micayla Grace (basso) e Nick Pillot (batteria) sono una vera e propria forza della natura. Un live super dinamico e energico. Un vero punk’n’ roll che ha molto degli anni 70 (Runaways, Blondie) ma che è tutto anni novanta nei fuzz e nei distorti. Aspettavo da tempo di vederle, sempre e comunque: meglio live!
5. K -X -P @ Queen’s Hotel
Il trio ( 2 batterie e un synth) da Helsinki, offre, per usare le loro stesse parole, un Original-Electronic-Motorhead-Space-Trance-Spiritual-Rock-Meditation-FreeJazz-Godz. In poche parole: un gran bel noise fatto di groove super minimale, un pizzico di techno, qualche melodia pop e pacchi di teatralità. Dal vivo sono un esperienza sovrannaturale, sopratutto a mezzogiorno e in post sbronza.
6. The Big Moon @ Komedia
Le inseguivo dall’Eurosonic, e dopo tutto questo parlare son riuscita a vederle. Il quartetto tutto femminile da Londra, devo dire, riscuote molto successo. Live ben riuscito, bei suoni, e bella energia considerato l’orario (un primo pomeriggio di fuoco nell’ultima giornata del festival). Piacciono, ma aspetto di conoscerle meglio.
7. Fews @ The Hope and Ruin
In ponte tra Svezia, Regno Unito e USA i Fews hanno appena rilasciato il loro debut album “Means”(Play It Again Sam) e stanno già impazzando per le classifiche. Dal vivo sono precisissimi, un post-qualcosa-noise e molto, davvero molto matematico.
RIMPIANTI e FUORI LISTA
Prima o poi uno deve confrontarsi con le file, con le venues di minima capacità e con i ritardi. I persi ma consigliati sono: i già citati Porches e i Tuff Love power duo di Glasgow.
Fuori lista
Ellie Ford. Da Brighton questa voce pungente viene accompagnata da arpa, fiati, synth, chiratte e batteria. Un vero talento.
It It Anita da Liege (inseguiti anche loro sin dai tempi dell’Eurosonic) Dal vivo son bravissimi, tanto che smontano la batteria dal palco e la rimontano al centro della sala, senza mai smettere di suonare.
RINGRAZIAMENTI: Perth College che mi ha regalato il biglietto, Lorien per l’ospitalità e i birroni nel parco.