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Kalporz si avventura molto volentieri in un progetto di approfondimento sulla “subcultura musicale giovane” lituana, in particolare attraverso il The Blackhorned Moon Festival. Questa è la presentazione dei curatori del progetto, Serena Cantoni e Marco Quaresima, che qui su Kalporz avrà il tag #LituaniaCalling
Forse capita solo una volta nella vita di cercare su Google Maps il Dūburys Lake, un lago nel nord est di un paese che, forse, capita di visitare solo una volta nella vita, la Lituania.
Non capita spesso di pianificare un reportage sulle subculture musicali contemporanee in Europa e nel bel mezzo della ricerca di ascoltare il nuovo album degli Zavardinis, che ci è piaciuto. Decidiamo di approfondire e scoprimao i Marga Muzika e poi ancora Pievos, Atalyia, Thundertale… baltic folk e pagan folk rock (come loro stessi si definiscono) che parlano una lingua nuova, rivisitata, piacevolmente innovativa ma attraversata da vibrazioni ancestrali. Non ci fermiamo e arriviamo alla Dangus, un’etichetta musicale lituana, indipendente, che organizza dal 26 al 28 Agosto, quando “la luna si mette le corna nere” sul Lago Dūburys, il XIX Ménuo Juodaragis Festival noto anche come The Blackhorned Moon Festival.
Scopriamo così, per caso, il più importante festival indipendente per la musica originaria e alternativa della scena Baltica e non solo “…the best place and time for all tribes to meet and feast…”. Ci siamo! Il focus del nostro reportage sarà questo, un centro di subculture musicali giovani, in espansione e sempre più interculturali, seppur inadatte a un pubblico massificato.
La nascita dell’ MJR risale al 1995, pochi anni dopo l’indipendenza lituana, da un’idea di una dozzina di artisti del villaggio rurale di Verbiškės (nord-est di Vilnius) convinti del fatto che tanto la cultura originaria baltica, quanto quella europea provengano da un archetipo unico connesso tra terra e universo, un’alleanza tra passato e futuro che la musica può e deve esprimere, rileggere e reinventare per tenere vivo il ritmo della terra insito in ciascuno di noi. Vecchio e nuovo, originario e moderno, riflessivo e spontaneo si fondono in un unico cerchio ancestrale dai raggi ethno, neo folk, post folk, tribal e gothic, ambient, industrial IDM, rock metal e avant-guarde, classical e shiamanic, acoustic e cosmic electronic.
Tre giorni e tre notti, più di 40 performances live, un comunicato stampa che scrive “la musica deve essere viva e vivere significa saper cogliere il cambiamento”; per questo motivo il Festival negli ultimi anni si è progressivamente aperto alla scena europea e internazionale arrivando ad arricchire la line up con band provenienti da vari paesi: Lettonia, Polonia, Estonia, Bielorussia, Russia, Finlandia, Svezia, Germania, Paesi Bassi, Svizzera, Repubblica Ceca, Austria, Francia, Spagna, Italia, Portogallo, Canada, USA, Australia e Giappone.
Ma il Ménuo Juodaragis non è solo musica, è anche espressività culturale in tutti i suoi aspetti, ospita un’area dedicata all’artigianato baltico, spazi per conferenze tematiche, installazioni artistiche, proiezioni cinematografiche, feste danzanti, rituali arcaici, workshops tribali, teatro… il tutto legato dal fil rouge di questa XIX edizione, il concept di “casa” che troviamo per altro estremamente attuale.
“Casa è dove ti senti pienamente compreso, la Natura e la Terra sono la casa per tutti gli esseri viventi e il Ménuo Juodaragis è una casa per tutti”, cogliamo alla lettera le parole degli organizzatori per decidere di pianificare e partire, esploreremo il backstage, intervisteremo le bands, filmeremo e fotograferemo il più possibile per condividere con voi le emozioni di una scena musicale e artistica viva e vivace, di cui in Europa si sente sempre più l’impellente bisogno, per tutto questo, quest’anno, alla XIX edizione ci saremo anche noi, e con noi Kalporz!
Serena Cantoni, Marco Quaresima