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Nel 2016 “The Orb’s Adventures Beyond the Ultraworld” compie 25 anni. È l’album di debutto degli Orb, uscito nel 1991, e uno dei dischi più importanti di sempre nel panorama della musica elettronica. La ricorrenza sarà celebrata il prossimo 29 luglio a Londra, dove “The Orb’s Adventures Beyond the Ultraworld” sarà eseguito live con una line-up che vedrà riunita “la famiglia originale” con, tra gli altri, Martin Glover e Steve Hillage. Ci sarà anche Paul Cook dei Sex Pistols alla batteria.
Il 1992 fu l’anno di “U.F.Orb”, l’album che comprendeva “Blue Room”, un pezzo, nella sua versione originale estesa (presente nel singolo), di quasi 40 minuti, capace di proiettare il dub nello spazio. Fu la consacrazione del movimento ambient house, al culmine di un processo che si era innescato tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 in Inghilterra.
La sera del 25 giugno scorso, Alex Paterson, membro fondatore degli Orb, e Thomas Fehlmann, rimasto con Paterson a completare la formazione attuale del gruppo, hanno dato vita a un live di un’ora e mezza dentro la fortezza di Montalcino. Ad ospitarli la prima edizione del Nevalon Festival con la partnership della Red Bull Music Academy.
Una serata per raccontare, comprimendoli al massimo, 25 anni di Orb. Cassa in quattro, echi dub, campioni vocali e proiezioni video acide.
Dall’asse Paterson–Fehlmann hanno preso corpo intrecci di strutture ritmiche, colpi di basso e assaggi di minimal techno. Un concentrato tra la prima e rivoluzionaria fase degli Orb e il suono più asciutto, condizionato anche dalla scena di Berlino, dove Fehlmann ha la propria base, che la formazione ha adottato a partire dagli anni ‘2000.
Il giro di “Little Fluffy Clouds”, singolo che aprì la strada a “The Orb’s Adventures Beyond The Ultraworld”, ha riempito gli ampi spazi della fortezza per poi svanire inghiottito da un vortice di battute, come a ribadire che di anni, dall’inizio della saga, ne sono passati davvero molti.
Niente giradischi, ma laptop e cdj, per 90 minuti di escursioni lisergiche, ricordando i tempi che furono.
(Tommaso Artioli)