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Terza puntata per il nostro #Lituaniacalling, lo speciale sulle subculture musicali lituane protagoniste al Juodaragis Festival. Oggi raccontiamo a band pagan folk più famosa della Lituania e dal respiro internazionale, gli Žalvarinis.
Žalvarinis significa “fatti d’ottone”, un’immagine metafisica che ci porta alla ritualità più antica, al sapore metallico, alla magia degli utensili sacri pagani che si fonde con le anime metal e rock dei componenti del gruppo.
La band si costituisce nel 2001 con la collaborazione tra il gruppo pagan-metal Ugnėlakis e quello pagan folk Kūlgrinda: infatti il loro primo album, uscito nel 2002, sancisce questa unione con il titolo “Ugnėlakis su Kūlgrinda”. La curiosità cade subito sull’uso frequente dell’aggettivo “pagan/pagano”: perchè per la subcultura musicale lituana l’uso di questo aggettivo è da intendersi come una fusione di elementi “pre-cristiani” – concepts testuali, melodie tradizionali, uso di strumenti arcaici e linguaggi tribali – nei ritmi metal, heavy metal, rock degli artisti. Ascoltando alcuni album della discografia degli Žalvarinis, un esempio molto completo di questa primissima fusione tra pagan metal e pagan folk è “As Inejau Kamaron” (2002):
In questo pezzo i due flussi metal e rock corrono parallelamente, aspettandosi, non si sovrastano mai e riescono ad intersecarsi mantenendo un buon equilibrio, ancora un po’ dicotomico.
Nel corso degli anni la band attraversa diverse fasi, la ricerca musicale e testuale si evolve con lei rivolgendosi sempre più alla tradizione folk lituana, al ritorno alle foreste, all’empatia con la natura, alla ricerca di un dialogo nuovo che possa fondere le personalità contemporanee, multiculturali, con un patrimonio autoctono. Tutto ciò lo viviamo e lo percepiamo quando gli Žalvarinis, nella loro attuale formazione: Robertas Semeniukas (vocalist, chitarre elettrica, acustica e slide, tastiere, editing musicale) Ineta Meduneckytė-Tamošiūnienė (vocalist) Laurita Peleniūtė (vocalist) salgono sul palco e ci avvolgono letteralmente in una nube onirica che dopo pochi secondi scatena tutta la sua forza ritmica. Ineta e Laurita dialogano in una perfetta armonia sul flusso folk-rock-blues che le accompagna, anche questo duo é una formazione che ha a sua volta origini musicali antiche, è la sutartinė lituana, un duo (a volte trio) di voci femminili che dialogano e interagiscono tra loro, tradizione ripresa dalla cultura musicale inglese del tardo Barocco e primo Romanticismo, senza mai rinunciare alla sperimentazione. Entusiasmante! Per averne un’idea più chiara, alcuni pezzi interessanti, in una pronuncia lituana autentica con l’uso di terminologie antiche, sono: “Ailiom susėdom“, “Dijūta” e “Ožys“.
Ascoltando questi brani ci si immagina in contesti fiabeschi, fuori dal tempo ma si ritorna anche a flash sugli anni ’70, ho avuto la sensazione di ritrovare del progressive oltre al rock, all’hard rock, al metal e al blues, impressione confermata da un’intervista rilasciata dagli artisti in cui parlano di alcune muse ispiratrici quali: Led Zeppelin, Guns’n’Roses, AC/DC, Pink Floyd, Deep Purple, RHCP, Dead Can Dance, Miles Davis, Frank Zappa, Zakir Hussain, Joe Satriani, Tony Levin, Steve Vai, Jeff Beck…
Questa è la reale “marcia in più” della band, la sperimentazione costante, la ricerca e la voglia di far rivivere la tradizione folk musicale lituana nel XXI secolo senza rinunciare alle rispettive origini artistiche. Gli Žalvarinis comunicano a 360 gradi con il pubblico più giovane e si guadagnano il titolo di band lituana folk-rock più famosa nel paese. Folklore e reinterpretazione sono i key concepts della loro produzione artistica in una sintesi di stili sempre più eterogenea. “TEKA”, l’ultimo album, è uscito nel Febbraio di quest’anno. Siamo ansiosissimi di scoprirlo live al Ménuo Juodaragis e per questo non vogliamo rovinarvi la sorpresa… aggiungo solo che diversamente dagli album precedenti, sempre incentrati sullo studio del folk lituano tradizionale, per questo album gli Žalvarinis hanno aperto la porta a Ucraina, Georgia e Lettonia, una selezione di suoni e ritmi tradizionali, tutti ri arrangiati sapientemente dal leader Robertas Semeniukas che riesce ad aggiungervi “un tocco” country.
Nel frattempo, se siete curiosi, questo é un’anteprima di TEKA, godetevelo e lasciatevi trasportare dal suo flusso di energia!
(Serena Cantoni)