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Preambolo: mercoledì sono entrato in una bottega di modernariato/antiquariato qui a Cosenza e, mentre il proprietario ed un cliente parlavano di numismatica, sono rimasto a piangere davanti a due quadri di Rotella. Entri in una bottega e ti ritrovi in un museo, non è che succeda tutti i giorni, peccato che l’acquirente di monete se ne esca con una sparata degna di Aldo, Giovanni e Giacomo e mi dica:”stai fissando questo collage come fosse un’opera d’arte. Mio nipote, che fa le medie, te lo fa meglio se ci si mette d’impegno”. Io asciugo le lacrime, mi giro e rispondo che sono due Rotella e il proprietario aggiunge il loro prezzo di quotazione all’asta; il signore, stizzito, dice che ormai abbiamo toccato il fondo.
Giovedì sera, ovvero ieri, ho assistito al live della Brunori Sas. Grande attesa e due giorni di sold out al teatro Rendano anche qui in città per Dario e soci per la presentazione del lavoro numero quattro “A casa tutto bene”. La scaletta premia parecchio l’ultimo album ma non trascura i classici della trilogia precedente, la serata è vicina alla perfezione, la versione di “Rosa” alla Ivan Graziani, che potrebbe scontentare i fan più sanremesi, è da applausi scroscianti e la band è in forma e non si risparmia dal primo all’ultimo minuto. Dario sta sul palco sornione ed ironico come al solito per dimostrare a quel signore che ieri sputava sui Rotella che la cultura pop magari è anche plastica, ma può e deve essere altro.
Brunori conosce l’astratto quanto il classico, ne ha padronanza, ne può fare quel che vuole, ma sa che la materia lo domina, ne riconosce segreti e misteri, la usa con rispetto. E di colpo ciò che poteva essere, in previsione, un album ed un live duro da digerire per i fan ed il pubblico nazionalpopolare, si è trasformato, per forza e qualità dei contenuti, nel disco e nel tour più importanti dell’anno: un’opera che serviva tanto al pubblico, pronto ad immedesimarsi in quelle canzoni dove l’io narrante, che danza tra l’inquietudine e la paura, è un pugno allo stomaco, tanto anche all’ambiente musicale, a chi ha perso il coraggio di osare, a chi pensa ormai che dare sostanza ai dischi o alle proposte sia per forza un suicidio, a chi parte rassegnato perchè non si può. Con questo non voglio dire che sia sempre possibile o che sia facile la via scelta dalla Brunori Sas, anzi, penso che sia la via più ardua e che questo renda il successo di questo tour e di questo disco ancora più straordinario: Dario è Manzoni che ha vissuto abbastanza per leggere Italo Svevo, sei tu che guardi MasterChef ma poi, quando vuoi far bella figura a tavola, ti affidi ai consigli segreti di nonna.
In conclusione: come è dura la vita il venerdì mattina, quando ti senti addosso il coraggio di chi non ha paura perchè ha poco o nulla da perdere.
(Fabio Nirta)