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La consueta rubrica settimanale, con il meglio della settimana appena trascorsa.
#7. La tempesta a Beirut: il post-rock politico degli Oiseaux-Tempête
Diciassette minuti abbondanti: è questa la durata del nuovo brano degli post-rockers Oiseaux-Tempête, estratto dal nuovo album “AL-‘AN” in uscita il prossimo 14 aprile. Alla base del disco c’è un forte concept politico, che non può far pensare al memorabile ” F ♯ A ♯ ∞” dei Godspeed You! Black Emperor: l’ispirazione di tutto il lavoro infatti è stato un lungo viaggio in Siria, in quel calderone multi-culturale multi-etnico multi-religioso che è Beirut, che i due maggiori componenti della band – Frédéric D. Oberland e Stéphane Pigneul hanno intrapreso nel 2012.
#6. Tutto quello che ci piace dentro i DBFC
New-wave, elettronica kraftewrkiana e una spruzzata di brit-pop mancuniano: il mix scelto dai DBFC per il loro esordio discografico è molto piacione, e per ora va bene così. Li notammo circa un anno fa, David Shaw e DOmbrance (questi i nomi dei componenti del duo) quando fecero uscire una traccia newordiana, e li ritroviamo oggi piuttosto in forma, con quest’ultima “Sinner”, a metà tra gli Oasis e i Verve. Il loro primo disco “Jenks” uscirà su Different Recording il 2 giugno: lo aspettiamo con curiosità.
#5. Cantare del dolore più forte: Mount Eerie e il suo disco funereo
Un album registrato nella stanza in cui lo scorso luglio è morta la moglie, con gli strumenti della moglie, e le cui canzoni parlano della dolorosa scomparsa. “A Crow Looked At Me” di Phil Elverum è qualcosa di immensamente doloroso, devastante: da ascoltare.
#4. Motta, la questione generazionale
Sono anni che penso che in Italia esista un enorme, annoso, profondo problema generazionale: i giovani odiano i vecchi e i vecchi odiano i giovani, rimpallandosi le responsabilità per i disastri sociali dei tempi che viviamo. Un problema senza soluzioni, al momento, e che uesto video di Francesco Motta, che ha lui e il padre come protagonisti opposti di una dialettica visiva, secondo me racconta molto bene.
#3. Jacques Greene, bella scoperta
È uscito questa settimana “Afterglow”, il primo video estratto dal debut-album di Jacques Greene “Feel Infinite”. Il talentuoso producer di Montreal, da anni tra gli esponenti della migliore club-culture emergente canadese (ma non solo), ha pubblicato un lavoro davvero ben confezionato: dance music semplice e immediata come da tempo non mi capitava di ascoltare.
#2. Julien Baker, garantisce Matador Records
Ventidue anni da Memphis, folksinger dal talento cristallino: non deve averci messo molto la Matador Records a convincersi del talento di Julien Baker. La firma con la prestigiosa label ha permesso all’artista di ripubblicare il suo disco d’esordio “Sprained Ankle” uscito nel 2015, e di pubblicare un nuovo 7”, in cui compare questa delicatissima ballad “Distant Solar System”
#1. Il ritorno di Feist
Che pezzone è questa nuova “Pleasure”? L’ho ascoltata in loop dal momento in cui è uscita. Il 28 aprile esce il suo nuovo album: l’attesa, almeno la mia, è altissima.