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Sono passati ormai quindici anni dall’uscita di “Neon Golden”. L’album, il quinto dei Notwist, richiamò l’attenzione del mondo sul gruppo fondato dai fratelli Markus e Micha Acher e da Mecki Messerschmidt (che ha lasciato la band nel 2007), inserendolo di diritto tra i migliori interpreti della fiorente scena indietronica di inizio ‘2000. Un movimento in cui si fondevano – con sensibilità e sfumature diverse sull’asse che collegava l’Europa germanofona al Regno Unito – rock, elettronica e pop.
A distanza di tanto tempo, resta quella l’impronta che ha segnato la storia della band di Weilheim, nata alla fine degli anni ’80 come formazione rock, per poi entrare a pieno titolo nel panorama pop-elettronico.
Una storia raccontata in un’ora e quaranta nel live di sabato 8 aprile al Locomotiv Club di Bologna.
Rock ed elettronica, appunto, e canzoni pop, in un concerto che ha riportato la sala alla metà degli anni ‘0. Chitarra, basso e batteria, ma anche giradischi e “macchine”, per una scaletta trainata dai pezzi dell’intramontabile “Neon Golden”. Su tutto “Pilot”, nella versione caratterizzata dal lungo mantra techno contenuta nell’album live “Superheroes, Ghostvillains + Stuff”, pubblicato nel 2016.
Un concerto iniziato sottovoce, capace di alternare composizioni pop sussurrate a smania rock e di regalare sponde per perdersi e ritrovarsi nelle strutture ritmiche elettroniche e nei suoni glitch.
Un’antologia che ha ripercorso le tappe di un segmento di storia della musica indie. Un racconto affascinante, coinvolgente e soprattutto compiuto, su cosa sono stati e sono, ancora oggi, i Notwist.