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Alla fine un disco come questo non è destinato a fare la storia della musica e segnatamente neppure a essere ricordato negli anni, ma ha comunque un suo significato dimostrando una certa vivacità e una aggressività di cui la scena alternative ha sempre bisogno a tutti i livelli, pure considerando che quello che una volta riconoscevamo come ‘indie’ abbia oggi assunto un significato completamente differente da quella delle origini.
Benvengano quindi gli Arrows Of Love, il progetto di Nima Tehranchi e Nuha Ruby Ra, gruppo che fa parte della scena alternative londinese e che con il secondo LP uscito per l’etichetta I’m Not From London Records prova a uscire da quel guscio che è l’area suburbana della City e proporsi presso una fetta di pubblico più ampia.
‘PRODUCT: Your Soundtrack To The Impending Societal Collapse’ è stato realizzato con la collaborazione di un producer influente come Mikko Gordon (Gaz Combes, Thom Yorke), Bob Weston degli Shellac e Margo Broom che ha lavorato all’ultimo disco dei Fat White Family, ‘Songs For Our Mother’, un gruppo che con gli Arrows Of Love condivide tanto l’underground londinese e la propensione condivisa garage e post-punk, quanto un certo nichilismo di fondo che è evidentemente una componente diffusa nelle giovani generazioni del Regno Unito.
Va detto che anche in questo caso non ci ritroviamo davanti a un disco che abbia dei contenuti particolarmente rilevanti sul piano sociale. ‘PRODUCT’ è invero più specificamente espressione di un pensiero di dissenso mescolato a una poetica decadente (del resto il presupposto è proprio il collasso della nostra società) e che ricollega il disco a un filone della musica post-punk tipica dei Bauhaus (‘Predictable’, ‘Desire’…) oppure dei Fall di Mark E. Smith (‘Signal’, ‘Beast’, ‘Toad…).
Il risultato finale tuttavia non è propriamente convincente. Pure riconoscendo, come da premessa, la funzione strumentale di una musica di questo tipo, va detto che in questo caso si avverte troppo uno scollamento tra le diverse tracce che compongono il disco e in determinati casi proprio all’interno di diversi passaggi di una stessa canzone. Tra episodi discutibili (‘We Are Machine’) e altri poco riusciti, ‘PRODUCT’ resta una specie di incompiuta e la dimostrazione che questi ragazzi debbano ancora trovare una loro definizione. Li aspettiamo quindi al varco, certi che ci siano dei margini di crescita ancora non pienamente sviluppati.
Emiliano D’Aniello
55/100