Share This Article
Le nostre amiche di art a part of cult(ure) erano alla Festa del Cinema di Roma, e questo è il racconto della visione del nuovo film di Steven Soderbergh.
I fratelli Jimmy e Clyde cercano una rivincita sociale per spezzare quella che loro definiscono ‘la maledizione dei Logan’.
West Virginia. Jimmy, ex promessa del football nonché minatore disoccupato e Clyde reduce mutilato della guerra dell’Iraq, insieme alla sorella Mellie, decidono di dare una svolta alla loro vita da perdenti.
Con altri tre improbabili criminali progettano una rapina per svuotare le casse della National Association for Stock Car Auto Racing, durante la leggendaria gara automobilistica Coca-Cola 600.
Un gruppo di rapinatori scalcinati e malamente assortiti ma dalle inaspettate tattiche e risorse.
La banda dei reietti riserverà molte sorprese; nulla è come sembra.
Ed ecco equivoci, imprevisti, doppio e triplo gioco.
Un Ocean’s Eleven versione rurale composto da galeotti, operai, bifolchi in salopette per questo gradito ritorno di Steven Soderbergh al cinema.
“È la versione anti-glam di un Ocean. Nessuno dei protagonisti veste in modo elegante. Non hanno né soldi né tecnologia e questo credo sia il lato più divertente. Mi sembrava simile ma, al tempo stesso, diverso. Il paesaggio, i personaggi e il canovaccio erano l’esatto opposto di un Ocean.” (Steven Soderbergh, note di regia)
Dopo due strepitosi lavori per la televisione: Dietro i candelabri e le due stagioni di The Knick, Soderbergh torna al grande schermo con un heist movie.
Un regista controverso, inquieto, dal lampante talento fin dagli esordi con Sesso, bugie e videotapeche vinse la Palma d’oro a Cannes nel 1989.
Un autore diviso tra cinema d’intrattenimento, la trilogia di Ocean o Knockout e cinema di denuncia sociale Traffic, Erin Brockovich o esperimenti come il particolarissimo Bubble.
Scaltro e prolifico mestierante tra il popolare e l’autoriale.
Con diversi pseudonimi, firma spesso montaggio e fotografia dei suoi film come nel caso di Logan Lucky.
Soderbergh, in tutta quella sua apparente freddezza e maniacale ricerca di perfezionismo tecnico, a volte, riesce a calarci nei più torbidi meandri dell’animo umano toccando vertici altissimi.
Racconta quel lato dissoluto e autodistruttivo dell’esistenza da cui o si esce o si muore.
Nel panorama odierno Soderbergh insieme ad altri come Jason Reitman, Darren Aronofsky, Paul Thomas Anderson, Spike Jonze e Kathryn Bigelow è fra gli autori che ritraggono con più efficacia cambiamenti, paure e conseguenze dell’America post-11 Settembre, della crisi economica, fino alla presidenza di Trump.
Logan Lucky è sicuramente un film corale costruito molto bene, con un ottima sceneggiatura e una venatura coeniana.
Il regista riesce, con poche e mirate minuzie, a caratterizzare personaggi e luoghi.
Durante la dettagliata cronaca della rapina fa da sfondo un’America assopita tra concorsi di bellezza per bambine, reality show e corse automobilistiche.
Un cast eccellente tra cui spicca un ossigenato e tatuatissimo Daniel Craig, con tutina da galeotto a strisce, difficile da dimenticare.
Un film molto atteso che ha riscosso applausi e opinioni entusiastiche, anche fin troppo esagerate, in questa edizione della Festa del Cinema di Roma 2017 ma per un talento come Soderbergh questo è solo un vincere facile quindi giudichiamo Logan Lucky come una nuova fase di rodaggio; l’antipasto per qualcosa di veramente incisivo in incubazione per il grande schermo, anche se sarebbe graditissima una terza stagione di The Knick.
Logan Lucky è buon cinema ma col freno tirato, adesso vogliamo il motore spinto al massimo.
art a part of cult(ure) è il magazine online nato con l’intento di promuovere, diffondere, valorizzare l’arte contemporanea e più in generale la complessità della cultura nelle sue molteplici manifestazioni.
È gestito da un team di donne. Le ragioni della collaborazione tra Kalporz e art a part of cult(ure) puoi leggerle qui.