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Gli Altre di B rilasciano a tre anni di distanza da “Sport” un nuovo lavoro in studio, dieci brani in un comune denominatore rappresentato – come si legge nell’interno del cd – da “time zones, maps and mankind“. Fonte di ispirazione nei testi è infatti Quirico Filopanti aka Giuseppe Barilli, matematico vissuto nell’800 e primo uomo a teorizzare un mondo diviso in 24 zone lungo la linea dei meridiani. La bella cover in stile topografico realizzata da Legno e titoli come “Heathrow” e “Taxi” affermano la volontà dei quattro bolognesi di smarcarsi dai temi sportivi a favore di una ricerca dinamica degli usi e costumi dell’uomo moderno.
“It’s A Grand Tour / Somewhere/ Merchants in Caravans / Come to Me, Come to Me / Well, I’m Your Friend / Don’t You See?”, così si apre il viaggio di “Miranda!” nell’energica “Pungi”, costruita su un riff à la Arctic Monkeys e interessanti venature funk; ottima anche la successiva “Salgado”, che muove l’ascoltatore dal Brasile passando per il Polo fino all’Africa: tanti i registri musicali utilizzati, come il cantato hip-hop di Giacomo e l’asolo di xylofono (!) di Andrea. “Tapis Roulant” è indie-punk melodico degno dei migliori Paws o Cloud Nothings, mentre “Erevan” mi ha ricordato con le sue sonorità acustiche blueseggianti i dischi anni zero degli Eels. I must del disco rispondono però al nome di “LAX” e “Potwisha”: la prima vince grazie all’esaltante crescendo rock e il refrain molto catchy ideale per un dancefloor orfano di Strokes e Libertines, la seconda è un brano pop completo e universale, che se scritto da gente come i Death Cab For Cutie grideremmo al capolavoro. E a fine corsa ci si immerge nel post-rock esistenziale nella lunga “Bloemfontein”, con la promessa che “The Most Exciting Part is yet to come”.
Insomma in conclusione “Miranda!” convince davvero. Non a caso la band sarà protagonista nell’edizione 2018 del SXSW di Austin. Giusto riconoscimento va anche alla Black Candy di Firenze che ha creduto nel progetto, forse la migliore etichetta indipendente italiana a detta di chi scrive. Gli Altre di B si aggiungono così ad un roster di nomi decisamente invidiabile e trasversale nei generi, dei quali ricordo Vickers, Soviet Soviet e Appaloosa per chi segue le nostre pagine.
79/100
(Matteo Maioli)