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Can’t get you outta my head cantano gli svedesi Real Tears e a non uscire dalla testa sono anche le loro canzoni : brani che non superano quasi mai i due minuti e incarnano al meglio lo spirito vero del rock’n’roll.
Nel 2017 in termini di punk e power pop è stato già detto tutto, gruppi come i Real Tears, però, rappresentano la parte migliore di una scena musicale (quella svedese, in questo caso) non particolarmente originale ma che interpreta in maniera diretta, profonda e intensa la musica fatta con le chitarre.
Il disco d’esordio, “Too cool to rock” (2016), è un concentrato adrenalinico di divertimento, vitalità ed esuberanza sfrenata : la semplicità di pochi accordi al servizio di un’irruenza espressiva delle più energiche. Da una parte il senso della melodia – tipicamente pop – e dall’altra la sfrontatezza del primo punk (inglese).
“Bookworm girl”, ascoltabile su Bandcamp (come tutte le altre tracce dell’album), è l’esempio perfetto del pezzo tipo dei Real Tears : un uragano travolgente che spazza via tutto, inizia e finisce all’improvviso.
Ben sapendo che i paragoni lasciano il tempo che trovano, i Real Tears potrebbero essere definiti – fatte le dovute proporzioni – come un incrocio tra The Undertones, Buzzcocks e la natura punk dell’underground svedese. Un progetto musicale, quindi, sicuramente interessante, e che coinvolge musicisti del giro garage/punk di Uppsala (città settanta km a nord di Stoccolma) come Jakob e Rune dei Rotten Mind. Da ascoltare.
(Monica Mazzoli)