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In un freddo sabato autunnale – 18 novembre – alla Flog si conclude il tour italiano dei Fuzztones, quello datato 2017 : l’ultimo di tante date europee della band americana – che si è poi trasferita in Germania – nel corso degli ultimi trent’anni. Tanti i cambi di formazione per uno dei gruppi simbolo del revival – anche se il termine “revival” non rende giustizia – garage degli anni ottanta ma ancora oggi Rudi Protudi – corpo, mente e chitarra – dei Fuzztones porta in giro, nei locali di tutta Europa, la sua personale versione e visione del “garage psych” anni sessanta.
Da sempre, o quasi, i puristi storcono il naso a torto chiamando in causa le solite motivazioni riassumibili in frasi come “troppe cover” – che poi sono un po’ l’anima di tanti gruppi garage – o “riproduzione pedissequa di certi stilemi in maniera trasandata”. È, quindi, il tempo il giudice migliore : tanti gruppi di sixties revival sono nati e morti nel giro di qualche stagione. I Fuzztones, però, sono ancora qua, duri a morire.
Protudi, che non è più di certo l’anima sexy e selvaggia di qualche anno fa ma si diverte e fa ancora divertire sul palco. E il divertimento – diciamolo – è uno degli elementi fondamentali del rock’n’roll. Il concerto fiorentino di sabato della band è stato senz’atro divertente e tiratissimo, nonostante Protudi non abbia più il fiato di un tempo. Va detto però che i giovanissimi musicisti che lo accompagnano per questa serie di date europee – Marco Rivagli (batteria), David Gabriel Thorpe (basso) e Nico Secondini (organo vox continental) – hanno l’attitudine e la voglia matta di suonare in maniera istintiva e primitiva seguendo il ritmo incendiario della musica, non si contano quindi i fuoriprogramma : il batterista si posiziona dove meno te l’aspetti, quasi cavalcando pelli e tamburi, fino a scaraventarsi nel finale di serata; si rompe una corda della chitarra Vox Phantom di Protrudi ; Rivagli (il batterista) e Thorpe (il bassista), con il riso sotto i baffi, si scambiano gli strumenti per qualche minuto.
In questa atmosfera euforica trovano spazio classici come “She’s wicked” e “Ward 81” e anche brani più recenti come “Don’t speak Ill of Dead” (contenuto nell’ultimo disco in studio della band, “Preaching To The Perverted” – 2011). Nella prima parte del concerto prevale il lato più rock’n’roll, nella seconda quello più psichedelico.
Passano quindi gli anni e i Fuzztones continuano a proporre un live piacevole, che potrebbe essere da esempio per tante band.
(Monica Mazzoli)