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L’appuntamento mensile con un contenuto di Mangiatori di Cervello, per approfondire qualcosa di “altro” rispetto ai “soliti” contenuti kalporziani con lo stile e la visuale inconfondibile di MdC.
Un’altra storia americana di ineguaglianza. L’hanno chiamata “opioid epidemic” come se fosse un altro caso di Ebola o di Zika. Trump ha già dichiarato lo stato di emergenza nazionale con la promessa che questa sarà la generazione che porrà fine all’epidemia degli oppioidi. Sembra un’altra banale storia di dipendenza. Gli americani e il loro sistema sanitario corrotto dalle multinazionali farmaceutiche, una società malata che si rimpinza di pillole e hamburger, un po’ se la sono andati a cercare. Se House ci ha insegnato qualcosa, è che in fondo il Vicodin è divertente. Perché dovrebbe importarci di quello che sembra un problema interno?
Perché questa non è semplice dipendenza, è un viaggio dentro la tana del Bianconiglio. Attualmente la morte per overdose da oppioidi è una delle cause primarie di decesso negli Stati Uniti, con un picco di circa 64.000 morti nel 2016. Nel 2015 per la prima volta le morti per overdose di eroina hanno superato quelle per omicidio con arma da fuoco. Ma non è solo l’eroina a causare problemi. Si parla sia di antidolorifici prescritti dal medico, quali morfina, ossicodone o idrocodone, sia di droghe illegali, prima fra tutte il Fentanyl, un oppioide sintetico cento volte più potente della morfina.
MOMENTO PIERO ANGELA: COME FUNZIONA UN OPPIOIDEGli oppioidi riducono la sensibilità al dolore attaccandosi ai recettori nel cervello e nel midollo spinale. Inoltre attivano l’ormone della dopamina, aumentando la sensazione di felicità. Con la felicità vengono stimolate quelle aree del cervello collegate al riconoscimento/ricompensa. Detto fatto, il nostro cervello si convince che l’oppioide sia ciò che ci fa stare bene e ne chiede ancora, in quantità sempre maggiori. C’è un unico problema, l’oppioide riduce solo la sensibilità, quindi a qualsiasi dolore stiamo tentando di sottrarci, sarà lì ad aspettarci finito l’effetto.
FINE MOMENTO PIERO ANGELA
Cosa sta facendo il governo per superare questa crisi (che a quanto pare va avanti già da diversi anni)? Donald Trump ha prima parlato di stato di emergenza nazionale, per poi dichiarare ufficialmente lo stato di emergenza per la sanità pubblica. Sempre di emergenza parliamo, ma con una differenza sostanziale. Il primo caso implica uno sblocco immediato di fondi federali, che vanno direttamente investiti nella soluzione del problema. Il secondo invece allenta alcune leggi e norme, con un contributo ridotto di fondi da parte dello Stato.
Ricordiamoci che la lotta agli oppioidi era stata uno dei punti di forza della sua campagna elettorale. Invece le sue soluzioni sono tutto tranne che efficaci o innovative. In agosto, durante una conferenza stampa alla Casa Bianca ha dichiarato: “Per cominciare, il modo migliore per impedire la dipendenza da droghe o l’overdose è impedire che le persone usino le droghe. Se non le usano non avranno problemi e se iniziano diventa poi difficile smettere [..] magari parlando con i giovani e dicendo ‘sono cattive, fanno male in tutti i modi possibili’ [può essere una soluzione] ma se non iniziano non avranno mai un problema”. Non fa una piega. Come avevamo fatto a non pensarci prima? È la soluzione più semplice! Just don’t do it. Just say no. Oh, un momento, Nancy Reagan sta chiamando dal 1982 e vuole indietro il suo slogan.
Come se dire “NO” fosse la cosa più semplice del mondo. Dal 2007 al 2012 aziende farmaceutiche come la Mckesson, AmericourceBergen e Cardinal Health hanno distribuito un totale di 780 milioni di pillole oppioidi solo in West Virginia. Per dare un’idea: stiamo parlando di 483 dosi per ogni donna, uomo e bambino di quello Stato. Quando un normale medico non solo può, ma è incoraggiato a prescriverti un oppioide per qualsiasi tipo di dolore, diventa più difficile dire di no. Sopratutto se sei un lavoratore in un paesino rurale del New Hampshire. O una madre single in Kentucky. Perché il problema alla base non sono gli oppioidi.
Se non altro questa epidemia ci può aiutare a vedere una falla strutturale enorme. L’ineguaglianza sociale ed economica negli Stati Uniti non è mai stata così alta. Secondo una ricerca condotta recentemente dalla Berkeley University, l’1% della popolazione attualmente guadagna nove volte più del restante 90% . Gli oppioidi non sono il problema, sono una soluzione veloce per andare avanti giorno dopo giorno. Il vero problema continua a essere quella maggioranza della popolazione abbandonata a se stessa, che raramente associamo al nostro immaginario di America.
Nel 2015 43.1 milioni di americani vivevano sotto la soglia della povertà. Il 13.5 % della popolazione era considerato povero. I dati per il 2016/2017 sono ancora in lavorazione, ma la prospettiva non è molto più rosea. Togliere gli oppioidi dal mercato non è sicuramente un’opzione, anche perché la terapia del dolore per pazienti terminali è essenziale.
Ma per il resto dei pazienti, quelli che si stanno riprendendo da una frattura, da un dolore alla schiena, da un lutto da cui non riescono a uscire o da un brutto caso di povertà, per loro il rimedio più semplice continua a essere una pillola che li privi temporaneamente del dolore. E in certi casi va bene. Ma non se continua a essere l’unico rimedio fattibile, non se prendere una pillola rimane l’unica possibilità di sopravvivere. Una società equa, o meno iniqua di quella Americana, dovrebbe interrogarsi su cosa sia il dolore e in quanti casi sia davvero necessario annegarlo nella morfina. Purtroppo però il piatto della bilancia peserà sempre di più dalla parte dei soldi e per ora il mercato degli oppioidi è quello più conveniente. A farne le spese è, come al solito, quella maggioranza che non può permettersi un’alternativa.
a cura di www.mangiatoridicervello.com
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