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Molti dischi usciti negli ultimi vent’anni hanno avuto e continuano ad avere il difetto di guardare al passato per riproporlo però svuotato di significato e anima. Non è il caso, per fortuna, di Cut Worms: nome – poetico, ispirato alla poesia Proverbs of Hell di William Blake – del progetto musicale di Max Clarke, illustratore e designer di stanza a New York, che ha pubblicato nell’ottobre 2017 il suo primo EP “Alien Sunset” e ha in cantiere un nuovo disco, in uscita a breve.
Le canzoni dell’artista americano – piccoli idilli in musica – si muovono in un limbo completamente fuori dal tempo, nascono e si sviluppano come in una bolla tra malinconia e Sehnsucht (così la chiamerebbero i tedeschi, una sensazione di desiderio e struggimento. Melodie vocali e armonie alla Beatles e alla Everly Brothers immerse nel suono sgranato delle demo casalinghe registrate da Clarke con un 8 tracce nel dopolavoro.
Tra Chicago* e New York vengono alla luce così i sei brani pubblicati dalla Jagjaguwar ma su Soundcloud (ma anche Bandcamp) è possibile ascoltare altre produzioni – composte negli ultimi tre anni – a nome Cut Worms, sempre home made e dolcemente pop, con leggere sfumature country e psichedeliche.
*prima di trasferirsi a New York Max Clarke ha frequentato l’Art School di Chicago e suonato con la band The Sueves.