Share This Article
Sì, l’abbiamo saputo, gli LCD Soundsystem tornano in Italia a giugno, a otto anni dall’ultima volta. “American Dream”, ne ha scritto molto bene qui Piero Merola, è il loro album più oscuro e pensoso. Riuscito, e non è poco, per essere un ritorno. Ma otto anni fa si stava chiudendo un’epoca, in una strana sincronia, come spesso accade, con uno dei sui momenti più fecondi: l’epoca, quella retromaniaca dei secondi anni zero, immortalata una volta per tutte da uno dei migliori libri di critica musicale forse di sempre; il momento, attorno al 2010, quello del definitivo imporsi di istituzioni della contemporaneità come il Primavera Sound, adesso un po’ imbolsito e con svariate sindromi di gigantismo, e Pitchfork, che simbolicamente chiudeva la decade, e apriva la successiva, con il sorpasso, nella classifica di fine anno, della prossimamente egemone black music di “My Beautiful Dark Twisted Fantasy” di Kanye West sull’indie bianco proprio di Murphy e soci, nonché su uno degli ultimi grandi album rock della nostra generazione, “Halcyon Digest” dei Deerhunter (https://pitchfork.com/features/lists-and-guides/7893-the-top-50-albums-of-2010/?page=5).
Per quanto mi riguarda, a Ferrara a vedere gli LCD Soundsystem, non andai. La mattina avevo un esame di letteratura francese, sul romanzo epistolare del Settecento, con una di quelle classiche professoresse prossime alla pensione che lasciano cadere qualche aneddoto tra una domanda e l’altra: in questo caso mi venne raccontato che qualche decennio addietro, l’allora giovane ricercatrice, poi professoressa, si trovò ad accompagnare Michel Foucault in giro per la Toscana dopo un invito per una conferenza in Università. Gita che terminò con una memorabile caduta del grande filosofo dai, e sui, marmi di Carrara.
La mia ragazza del tempo, nonostante l’imperdibile aneddoto e alcune suppliche, non condivise l’idea di una rapida e improvvisa, vista la risoluzione della questione esame in mattinata, puntata a Ferrara. Forse non le piacevano abbastanza James Murphy e gli altri, o forse era troppo presa da “Contra”, un album dei Vampire Weekend piuttosto mediocre a pensarci oggi. O forse c’era dell’altro. Quell’estate facemmo un lungo giro tra nord-est e Croazia, con tappa a Bologna per un concerto degli Arcade Fire, altra istituzione. Dopo mi lasciò, ma eravamo già in crisi da tempo, e quella primavera ero andato al Primavera, da solo, per la prima volta (prima cosa vista, i Fall). E, sì, forse ero stato un po’ assente, ma c’era l’Inter che vinceva il Triplete. Ma forse il problema era ancora un altro: non era tanto lei a non amarmi più, ma piuttosto il fatto che, all’epoca, gli LCD Soundsystem in Italia non li consideravamo poi in moltissimi. Ecco cos’era: il provincialismo, ecco il problema.
(Francesco Marchesi)
18 gennaio 2018