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A gennaio è uscito il nuovo album di Glen Hansard intitolato “Between Two Shores” per Anti-. Terzo album da solista per questo cantautore irlandese già vincitore di un premio Oscar per la canzone “Falling Slowly da Once”, questo album racchiude tutta la sua essenza nel titolo: tra due sponde.
Le due sponde del titolo possono essere interpretate come le sponde dell’oceano Atlantico, con la sua Irlanda da una parte e gli studios americani in cui ha registrato gran parte dei pezzi, a New York e a Chicago, ospite di quei Wilco di cui si sente l’eco nel pezzo di apertura Roll On Slow.
Le sponde sono anche emotive, tra il dolore di amori finiti e speranza per un futuro migliore, ed è lì che Glen Hansard ci porta, ci sospende, a metà strada, lasciandoci la scelta se rimanere a crogiolarci nella malinconia dei ricordi o reagire, dare una vigorosa bracciata e andare verso nuove opportunità.
Fin dal primo ascolto, l’elemento più evidente in questo album è un cambio di sonorità particolarmente interessante: mentre il precedente “Didn’t He Ramble” era intriso di elementi del suono folkloristico irlandese, “Between Two Shores” si distingue per un’attitudine molto più americana nei suoni, la voce più decisa, emozioni espresse a pieni polmoni e ritmi sostenuti con addirittura incursioni nelle tematiche politico-sociali (“Wheels On Fire”), senza però tralasciare le atmosfere intime e delicate che hanno sempre contraddistinto il lavoro di Hansard.
“Between Two Shores” rappresenta un’evoluzione consapevole ma non volontariamente misurata: è un album solido, venuto bene senza arzigogoli o necessità di strafare per impressionare.
La maturità compositiva si sente, è consistente, spessa, porta la poesia dei testi ad un livello di universalità che li rende applicabili ad ogni cuore infranto a cui si rivolge il disco.
Questo è in effetti un album per cuori infranti, per ridare loro la speranza e la fiducia in sé stessi, la fiducia che il tempo guarirà tutto (“Time Will Be The Healer”) e che davanti a noi ci aspetta il futuro che vogliamo, basta raggiungere l’altra sponda senza guardarsi indietro.
78/100
(Francesca Garattoni)