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Alle soglie dell’uscita del nuovo e primo vero album Wrongonyou si è confessato con noi sulla sua evoluzione artistica e sul profondo collegamento tra una rinascita e una serie di errori. Il cantautore romano ci ha raccontato tutti i profondi cambiamenti che hanno scosso la costruzione del suo lavoro e di come tutto questo abbia avuto un potere salvifico per lui.
Rebirth uscirà il 9 marzo, ma Wrongonyou inizierà il suo tour già qualche settimana prima. Tutte le date in fondo all’articolo
Ciao Marco, ti volevo chiedere quale legame c’è tra la parola sbagliato (“Wrong”) contenuta nel tuo nome e la parola rinascita, che dà il titolo al tuo disco?
Ho scritto Rebirth in un periodo molto particolare della mia vita, molte cose mi avevano buttato giù e l’unica alternativa per me è stata la voce, il cantare. Sono partito da una malinconia profonda, derivata da varie vicende personali, e sono arrivato ad uno stato di infelicità/felicità. La rinascita è stata entrare nell’ottica che la voce è al centro di tutto, quindi anche del disco.
Ma si rinasce in un attimo o è stato un lungo processo, magari durante la costruzione di un disco?
Per quanto mi riguarda è stata la conseguenza di un attimo, ma non l’attimo stesso. Nel momento in cui sono entrato e ho cantato Rebirth, è cambiato tutto dentro di me. È stata una sensazione proprio fisica, come avere un sorriso gigante stampato su di me.
Proprio tornando a questo tema della rinascita, in Italia si ha la sensazione di essere in un momento di rinascita musicale. Vorrei sapere come hai trovato il pubblico e se è cambiato da quando hai iniziato?
Verso di me devo dire c’è stato un amore che proprio mi stupisce e che apprezzo tantissimo, concerto dopo concerto. Le cose che mi scrivono e mi dicono mi lasciano sempre molto stupito e contentissimo. In generale adesso c’è una grande e sempre crescente voglia di andare ai concerti: è incredibile come perfino posti leggendari e importanti riescano ad essere sold out anche con giovani artisti. C’è tanta voglia di ascoltare musica, anche per moda come sempre, però sicuramente c’è stata una rinascita anche per il pubblico.
Nel tuo processo di costruzione di un disco o di un live non c’è solo il pensiero a un sound, ma sembra proprio che in alcune tracce riesci a concentrarti sugli strumenti da usare per comporre la musica. Cosa hai cambiato dal punto di vista strumentale nel lavoro per questo disco?
Il procedimento per questo disco è stato leggermente diverso rispetto al primo, sicuramente più maturo e impegnativo. Questa volta ho lavorato in studio con Canova e lui mi ha sicuramente guardato le spalle e aiutato completamente in tutti gli arrangiamenti dei pezzi. Io sono entrato in studio con pezzi chitarra e voce e sono uscito con dei brani estremamente completi e suonati tutti da musicisti immensi che hanno collaborato con gente pazzesca. Insomma è cambiato il procedimento creativo dietro al disco, rispetto al passato: il lavoro di Canova si è concentrato sul far uscire le mie idee in modo più completo e radiofonico.
Il disco poi è stato registrato a Los Angeles, ma ho avuto anche l’opportunità di finire il tutto in Italia, quindi è stato bello riportare e chiudere il lavoro a casa.
Nella tua musica cosa unisce i grandi laghi degli Stati Uniti ai castelli romani?
La spensieratezza è sicuramente al centro di tutto questo, quando sono in California penso agli USA, quando sono in Italia penso a quello che ho qui. Non metto cassetti, scompartimenti, barriere: vivo tutto in tranquillità e pace, senza troppe pressioni su di me.
Mi piacerebbe sapere se adesso la costruzione del live è diversa rispetto al recente passato: dopo tutti questi cambiamenti nel lavoro come saranno i tuoi concerti?
Prima suonavo in power trio, ora stiamo ragionando molto anche sul live: voglio un effetto molto più simile al disco e più gradevole per le persone. Prima magari suonavo cercando una sensazione molto nature, molto tranquilla. Adesso abbiamo allargato la band e voglio che le persone si trovino davanti a qualcosa di più fedele a quello che hanno in casa nel disco. Per fare questo ho ragionato anche su dei suoni diversi e legati al lavoro registrato in studio.
Queste le prime date del tour di “Rebirth”
3 marzo @ Bronson, Ravenna
10 marzo @ Bangarang, Crazy Bull, Genova
21 marzo @ Auditorium Parco della Musica (Teatro Studio), Roma
23 marzo @ Circolo Kessel, Cavriago (RE)
24 marzo @ CSO Django, Treviso
20 aprile @ Spazio 211, Torino
21 aprile @ Vibra Club, Modena
28 aprile @ Ex Viri di Noicattaro (BA)
5 maggio @ Bookique, Trento
26 maggio @ AP Festival, Chiesa di San Pietro in Castello, Ascoli Piceno.