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Dopo mesi di anticipazioni e curiosità è finalmente uscito per Dead Oceans (etichetta di Kevin Morby, A Place To Bury Strangers e Shame tra gli altri) il secondo LP di Marlon Williams, l’artista principe del 2016 per il nostro Nicola Guerra. Undici canzoni dedicate ai mille risvolti dell’amore in cui emergono tanto la bellezza degli arrangiamenti, insieme classici e moderni, quanto le superlative doti vocali del neozelandese classe ’90. Anticipato dalla struggente ballata “Nobody Gets What They Want Anymore” che vede ospite Aldous Harling, “Make Way For Love” è la prova maiuscola di un talento inconfutabile dei giorni nostri.
Mentre nell’esordio omonimo la proposta di Williams era incentrata su un folk cantautorale nel segno di Tim Buckley e Townes Van Zandt, il nuovo lavoro allarga lo spettro musicale al chamber pop – nella fantastica doppietta “The Fire Of Love” / “Can I Call You” – e soprattutto al soul con il doo-woop orbisoniano di “What’s Chasing You”. Un’ulteriore considerazione sul singolo di lancio: nasce da una telefonata intercontinentale tra Marlon e Ardous, con un video girato in diverse location di New York e pregno della fragilità espressa nei testi di Williams per questo “Make Way For Love”. “Party Boy” si può definire la “Hello Miss Lonesome” del lotto, brano up-tempo in cui i beat elettronici garantiscono il medesimo effetto da spaghetti western; l’opener “Come To Me”, semplicemente, lascia all’orchestra il compito di far volare desideri ed emozione nel cielo infinito.
Prodotto dal californiano Noah Georgeson (Devendra Banhart, Cate Le Bon) e suonato con la backing band dei Yarra Benders, il disco vede la crescita esponenziale di Marlon Williams come autore in una fase catartica e di rinnovamento della propria vita: “I Didn’t Make A Plan”, canta in uno degli episodi meno trattenuti e riconducibile nel mood al fondamentale “You Are Free” di Cat Power. Sorprende poi la qualità costante della raccolta dall’inizio alla fine, una qualità che fa rima con grande varietà musicale, che si tratti dell’elegante e sofferta poesia di un Antony Hegarty in “Love Is A Terrible Thing” o della melodia rotonda e corale à la Beach Boys della title track.
Questo cittadino del mondo sarà sul palco del Locomotiv di Bologna martedì 24 Aprile per la sua unica data italiana, vi suggeriamo di non perdervelo.
82/100
(Matteo Maioli)