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Sunny War, all’anagrafe Sydney Lyndella Ward, è una musicista di altri tempi: la sua musica viene dalla strada, dal vagabondare nomade – quando era ancora una bambina – tra Denver e Detroit e dalla chitarra suonata durante gli anni dell’adolescenza come busker per le vie di San Francisco, San Diego e Venice Beach.
Sul suo sito racconta:
“Durante tutta la mia infanzia ogni anno ero in un posto diverso, così – naturalmente – non sono abituata a stare in un posto troppo a lungo. Penso sia il tempo di lasciare un luogo, quando le persone cominciano a conoscere il tuo nome”.
Originaria di Nashville , grazie alla nonna, cresce – musicalmente parlando – con il blues, il bluegrass e il country e già all’età di tredici anni comincia le prime canzoni, per poi passare una vita a girovagare con le otto note, a perdersi e ritrovarsi.
“With The Sun“, pubblicato il due febbraio dall’etichetta Hen House Studios, è lo specchio dell’anima di questa giovane donna : al suo terzo disco – gli altri due album sono una sorta di autoproduzioni (“Worthless”, 2014; “Red, White and Blue”,2016) – musica, voce sono in perfetta sincronia e a parlare è la chitarra tramite il delicato fingerpicking, che si tinge di folk e blues. Anche se le parole, i testi diventano sempre più centrali, come afferma la stessa Sunny War:
” “With The Sun”, dal punto di vista dei testi, è composto da poesie provenienti dal mio diario. Nel 2016 ho deciso che mi stavo focalizzando troppo sulla chitarra e non sul cantato e cosa stavo cantando. Mi sono sforzata di scrivere più poesie e ho provato a buttarmi di più sul notebook quando stavo sentendo qualcosa.”
( Afropunk.com – 1 febbraio 2018)
E le storie da narrare sotto forma canzone non sono di certo mancate : “With The Sun” splende di dolore e gioia, dalla drammaticità di “I’m Human” – che racconta l’uccisione di un uomo di colore da parte della polizia – all’esplosione di amore di “Immortal” e di forza di libertà e coraggio di “The Change You Make”.
A proposito di “The Change You Make” la musicista rivela:
“Il brano è una specie di immaginario avvertimento alla me stessa più giovane e ai ragazzi che pensano che la vita faccia schifo. Come dire ‘Sì, la vita fa schifo. Ma puoi cercare di evitare le parti più brutti e crearti il tuo spazio personale se vuoi, e continuerà a fare schifo ma sarai più forte”
(Thebluegrasssituation.com, 25 gennaio 2017)
La chitarra e la voce di Sunny War sono, quindi, il cuore del lavoro, arricchito però anche dall’apporto strumentale di un gruppo di musicisti, per lo più facenti parte della band psych folk Insects vs Robot: il percussionista Micah Nelson, la violinista Nikita Sorokin e il chitarrista Milo Gonzalez.
Particolarmente incisive le parti di violino nella già citata “Immortal” e la sezione d’archi nella brano di chiusura “Come Back”.
Rimane centrale, però, la potenza espressiva creata dalla sola cantante e chitarrista di Nashville, interprete di un chitarrismo che va dal folk al blues.
(Monica Mazzoli)