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La settimana della primavera fake è stata accompagnata dai guai di Zuck e dalle incertezze parlamentari. E siccome quest’ultimo punto ci potrebbe incupire molto, pensiamo piuttosto all’Italia che ci garba. Due esempi son giusto qui sotto.
#7. Il funkettone soul vintage di Ariel Pink.
Sempre dall’album “Dedicated to Bobby Jameson” di Ariel Pink, ecco l’ennesimo video, “Acting” insieme a Dâm Funk. Non sarà stato un disco del livello di “Pom Pom” ma quante perline c’erano dentro?
#6. Soft Moon nella carne.
“Criminal”, il nuovo album a nome Soft Moon ci è piaciuto da subito. E questa “Give Something” è un esempio del taglio industriale atmosferico che caratterizza parte del lavoro. Ora c’è questo video tutto graffi sulla schiena.
#5. Vive La Void non è solo metà Moon Duo.
Sì, formalmente Sanae Yamada è la metà dei Moon Duo. Ma qui, in solitaria porta ad un livello più alto il tratto sintetico presente nella band madre. “Red Rider” è il singolo e video di Vive La Void.
#4. Go Dugong e ti cambio il clima.
Esce “Curaro” di Go Dugong ed è un tripudio di America Latina, ospiti eccellenti, trambusto e piedi scalzi. E poi c’è quella componente di elettronica nostrana, ispirata e preziosa che s’insinua fra i colori. Giulio Fonseca ha fatto centro.
#3. Non fu solo infatuazione per EERA.
In merito all’album “Reflection Of Youth” ci chiedevamo se fossimo noi emotivi o lei di gran spessore. La risentiamo con “Watching You” dal vivo per Distiller e, sì, è la seconda. Qui la norvegese trova una specie di sintesi tra Angel Olsen e Thom Yorke.
#2. Santii, finalmente.
No, sebbene siano ghiottissimi, non faremo giochi di parole col nome Santii, la nuova denominazione di quei due che ci piacquero da subito. “Outsider” è semplicemente un bellissimo esempio di elettronica che si tinge di black (ospite Rejjie Snow). Questo assaggio dal sapore internazionale ci rende impazienti quanto orgogliosi.
#1. Preoccupations/Viet Cong e una canzone stupenda.
Di “New Material” dei Preoccupations si è parlato in questi giorni. E di “Disarray” pure. Una canzone che per il sottoscritto si avvicina in qualche modo a un discorso di ossessione. Qui c’è il video da guardare quella cinquantina di volte.
(Marco Bachini)