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Sono in tre, ondeggiano tra indie rock americano, quello con la I maiuscola, e derivazioni noise-rock. Sempre e comunque a stelle e strisce. I Big Cream vengono da Zola Predosa, nel bolognese, sono Niccolò, Matteo e Riccardo e presenteranno in anteprima al No Glucose Festival (il festival bolognese del 18-19 maggio di cui siamo partner) l’album di debutto “Rust”: “una storia di provincia, le premesse le conosciamo. Vent’anni indefiniti, un garage, una tonnellata di camicie a quadri o non a quadri ma rigorosamente trasandate, una quantità ancora più grande di ore da perdere in un posto in cui le ragazze della tua età non ti guardano e se vuoi uscire senza fare i chilometri c’è solo il Bar Sport”.
Prodotto, registrato, mixato e masterizzato da Filippo Strang al Vdss Studio di Morolo, ad eccezione delle voci di Peanuts, Golden Scissors e Desert Evening, registrate da Enrico Baraldi al Waiting Room Audio di Bologna, uscirà il 18 maggio per Mia Cameretta Records e per non tradire l’estetica indie-rock più pura avrà una versione in cassetta (per More Letters) ed una in vinile (per Flying Kids Records). Nel frattempo i Big Cream saranno in giro a suonare, a farsi spezzare il cuore ancora, e a dare forma sempre più compiuta ad una parabola che ha tutti i requisiti per essere promettente.
Per presentarsi, ci hanno descritto le 7 tracce che hanno plasmato il loro immaginario musicale.
NIRVANA, “Serve the Servants”
I Nirvana sono il gruppo che ci ha fatto prendere gli strumenti in mano e che ci ha aperto le porte dell’Indie Rock. Abbiamo scelto un pezzo di In Utero perché lo consideriamo l’apice della loro carriera artistica. “Serve the Servants” è stata anche la prima canzone che abbiamo imparato a suonare nella cover band che avevamo a quattordici anni, di conseguenza le siamo particolarmente affezionati.
DINOSAUR JR, “The Wagon”
Quando abbiamo visto la prima volta i Dinosaur Jr nel 2009 non sapevamo neppure chi fossero, andammo al concerto esclusivamente poiché venivano descritti dal sito dell’Estragon come una delle band preferite di Kurt Cobain. “The Wagon” è stato il primo pezzo che hanno suonato quella sera. I Big Cream si sono formati nel momento esatto in cui J Mascis ha attaccato il suo Big Muff.
PAVEMENT, “Cream of Gold”
Stephen Malkmus è uno dei migliori autori della sua generazione. Una delle cose che apprezziamo più di lui è che, in molti pezzi, riesce ad unire generi apparentemente distanti tra loro, come ad esempio il jazz e l’hard rock. Questa canzone in particolare ha un riff di chitarra bellissimo, inoltre contiene anche la parola “cream” nel titolo quindi non potevamo non inserirla nella lista.
SONIC YOUTH, “Incinerate”
Insieme a Nirvana e Dinosaur Jr, i Sonic Youth compongono la Santa Trinità dei Big Cream. L’intreccio di jazzmaster di Lee Ranaldo e Thurston Moore con cui si apre il pezzo fanno di “Incinerate” una delle loro canzoni che preferiamo.
SILKWORM, “Tarnished Angel”
I Silkworm sono a nostro parere il gruppo più sottovalutato degli anni 90. In tutta la loro discografia non hanno mai inciso un pezzo brutto e sicuramente sono la band che più ci ha influenzato nella scrittura di RUST. “Tarnished Angel” fa parte di Firewater, l’album del 1996 che riteniamo essere il loro capolavoro.
SHELLAC, “Prayer to God”
Consideriamo il suono degli Shellac, ed in generale di qualsiasi cosa prodotta da Steve Albini, come l’ideale massimo a cui ambire (non a caso metà dei gruppi presenti in questa lista hanno lavorato con lui). Questo brano in particolare è il preferito di Riccardo il nostro chitarrista.
DISTANTI, “Tolleranza al dolore”
L’emo è l’unico genere che ascoltiamo (o che abbiamo ascoltato) tutti e tre. I Distanti pur appartenendo a quella “scena” hanno sempre avuto un suono che li contraddistingueva dagli altri gruppi e che, soprattutto all’inizio, ci ha influenzato moltissimo. Mamba nero, il loro ultimo album prima dello scioglimento, è certamente quello che meglio mostra la loro originalità.