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Ci si potrebbe perdere nei meandri dei link (e dell’ignoranza). L’altro giorno, non so sinceramente perché, si è attivata la voglia di riascoltare la colonna sonora di “Until the end of the world”, film del 1991 di Wim Wenders che possiede una soundtrack che ancor oggi teme pochi rivali: Nick Cave & the Bad Seeds, Talking Heads, Lou Reed, R.E.M., Can, Depeche Mode, Neneh Cherry, ovviamente U2, e altri. Il consiglio è di andarsela a riascoltare, qualora sia un po’ che non lo si faccia, oppure fiondarsi a scoprirla, se non la si è frequentata in passato.
Tra le tante (belle) songs mi sono soffermato su “Summer Kisses, Winter Tears” di Julee Cruise, una ballata davvero forte da un punto di vista visivo, in linea con le atmosfere tarantiniane che sarebbero esplose da lì a poco e che utilizza un’ambientazione à la “One More Kiss, Dear” di “Blade Runner” (1982) ma soprattutto le soffici qualità vocali della Cruise, molto più nota per avere dato la voce al tema di “Twin Peaks” (“Falling”).
Mi è sempre piaciuta, “Summer Kisses, Winter Tears”. Trovavo incommensurabile la sua collocazione in un film che mostrava un futuro molto prossimo (1999) perché la sua neutralità da canzone anni ’30 la rendeva asettica e adatta ad ogni epoca, un po’ come il mobilio nei film di Kubrick. E scopro ora che non è una canzone originale, bensì una cover di Elvis.
Poco male quando una cover è meglio dell’originale.
Poi i link mi hanno portato a scorrazzare per le cover di “Falling” (ce n’è una fatta dai simpatici gallesi Joy Formidable e una pure dei nordirlandesi Girls Names), ma poi sono tornato ad ascoltarmi “(I’ll Love You) Till the End of the World” di Nick Cave che mi ha cullato con quel suo ineguagliabile ringraziamento/promessa:
Thank you girl, thank you girl
I’ll love you till the end of the world
ma soprattutto mi sono reimmerso “Fretless” dei R.E.M., una canzone se non dimenticata certamente poco considerata dei quattro di Athens. E invece solo oggi ne comprendo la sua importanza: una magnifica preview di quello che sarebbe stato poi “Automatic For The People” l’anno successivo, dato che i R.E.M. arrivavano dalla sbornia pop di “Out Of Time” dello stesso anno. E, approfondendo, ho scoperto pure che in “Fretless” c’è, sullo sfondo, la voce di Kate Pierson dei B-52’s che in effetti collaborò con Stipe e soci all’epoca (bisogna dire “Shiny Happy People”?).
Kate Pierson che l’anno successivo, nel tour di “Good Stuff” del 1992, non cantò con Cindy Wilson, la sua compagna storica nei B-52’s, bensì fu affiancata da… Julee Cruise, e torniamo all’inizio di questa storia.
Che bello ripercorrere i fili che lasciamo su questa terra.
(Paolo Bardelli)