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Terzo appuntamento del 2018 con la nostra rubrica curata dai ragazzi di Knick Knack, Ludovico Esposito e Luca Palazzo. Questi i lavori da non perdere degli ultimi due mesi di musica elettronica.
Aisha Devi, “DNA Feelings” [Houndstooth]
Una fiaba sonora che si scandisce tra tensione e distensione, e raccontata tramite texture soniche e trance-itorie, ma anche con interventi vocali di matrice rasserenante o meramente rude, logorante. Abbiamo già introdotto la visione sonora di Aisha Devi in una delle precedenti rubriche, e oggi torniamo a parlarne con piacere in occasione del suo nuovo album ‘DNA Feelings’. L’artista dice con fermezza che questo non è un concept album, ma l’ascoltatore attento noterà precisi indizi distribuiti nelle tracce che suggeriscono il contrario. Si ha infatti la sensazione di assistere alla quasi totale dissoluzione dei confini tra musica sperimentale e club; d’altronde, l’artista alterna momenti di dolcezza, appunto, a improvvise vibrazioni di disorientamento. Rimani assorbito con violenza, ma la cosa non ti turba. Il sound ti porta ad assentarti e immaginare universi paralleli, ma solo con la mente, per poi tornare lesto. E non appena finisce l’ultima traccia, torni alla nuda e cruda realtà. Desidererai scappare di nuovo, quindi premi click et voilà.
Relaxer (aka Ital), “Relaxer V” [Relaxer]
Relaxer è il moniker techno del producer di elettronica Ital, che qualcuno ricorderà per i suoi tre album su Planet Mu ma anche per l’EP sulla nostrana Gang Of Ducks. Abbiamo scoperto la sua inclinazione per i quattro quarti pochi mesi fa: questa uscita in particolare è il capitolo finale della serie techno “Relaxer”, che, come le quattro uscite precedenti, si addentra tra sonorità eteree ambient dub e techno decisamente losca, serpeggiante. Il timbro dell’artista è ben riconoscibile tanto nelle tracce con che senza beat, e non si discosta molto dalla pasta sonora dreamy con cui ci ha assuefatto. Da suonare quando apre il club, in momenti di transizione o alle prime luci del mattino.
Sex Judas feat. Ricky, “Go Down Judas” [Optimo Music]
Optimo Music ha pubblicato Go Down Judas, il nuovo e selvaggio album di Sex Judas, il progetto del produttore norvegese Tore Gjedrem, di Ost & Kjex. Con l’obiettivo di “creare un mondo in cui ogni idea musicale fosse possibile”, e dare risalto alla dimensione umana e spontanea della sfera emotiva di ognuno di noi – “It’s ok to be a sinner, it’s ok to be human” – l’artista ha offerto una collezione di tracce ispirate ai noti eccessi della New York anni ’80, mischiate con influenze new wave e acid house, ma capace di toccare e approfondire anche post-punk, IDM e funk. Sì, è un album abbastanza difficile da classificare, ma non è una sorpresa per chi segue la eccellente Optimo Music, che nei tantissimi anni di attività – fu fondata oltre vent’anni fa – ci ha abituato a dischi stilisticamente diversi ma ugualmente piacevoli da ascoltare. Must have.
Macchiato Funky, “Bugella 20-50” [La Bel]
Album reperito direttamente dalla netlabel La Bel, “Bugella 20-50” è il nuovo concept album di Macchiato Funky tra funk, elettronica, elettro e ambient. La formazione è composta da Michele Seggiaro (chitarra), Massimo Ferretto (chitarra), Nicolò Seggiaro (basso) e Adriano Bossola (elettronica e produzione). Il risultato della loro accostamento in gruppo, si traduce in un’armonia immediata che dà vita a questo notevole lavoro dedicato a Biella, la loro città di origine. Lo spirito funk di Michele Seggiaro, Nicolò Seggiaro e Massimo Ferretto si sposa con l’approccio elettronico-sperimentale di Di Bos, creando una sorta di funkytronica di ampie vedute e celebrando un felicissimo e duraturo matrimonio. Visitate il Bandcamp di La Bel, e scoprite altre uscite discografiche per i giorni di sole o di piaggia, per le vostre vacanze al mare o le passeggiate notturne solitarie, ce n’è per tutti i mood.
Debashis Sinha, “The White Dog” [Establishment Records]
Non si sa come né perché, ma di fatto ci siamo persi il lancio di Establishment Records, fondata da Peter Kirn, ideatore e gestore del blog CDM dedicato a tutti i nerd delle tecnologie sonore digitali. Tra le recenti e sempre interessanti uscite discografiche – segnaliamo anche un EP di Jamaica Suk, uscito da poco – spicca l’album di Debashis Sinha, compositore e artista di base a Toronto che con questo lavoro meticoloso ed evocativo, ha di fatto sintetizzato il suo patrimonio culturale e evoluto il suo sound. Benvenuti in un vortice elettronico inquietante e coinvolgente che potrete godervi in pausa, seduti al parco, o in movimento, mentre andate di fretta a un appuntamento di lavoro; ascoltandolo, avrete la sensazione di accelerare e decelerare senza una specifica ragione o criterio. Nella seconda parte dell’album si calmano le acque, in favore di carezzevoli voci e armonie. A questo punto dell’ascolto vi verrà voglia di stendervi e perdervi nei pensieri più piacevoli e/o utopici.
Jigga, “Lillllill” [Bedouin Records]
Un altro interessantissimo lavoro in questa fitta annata di album avant e experimental, proviene da Bedouin Records, label elettronica asiatica che in pochi anni è riuscita a predisporre tutti i suoi fans a un range sonoro mistico e affascinante, cosparso di inusuali ibridi e sperimentazioni sonore. L’ultima release vede il polistrumentista giapponese Jiga in un mini album “futuristico, post-internet” caratterizzato da brutali percussioni della tradizione nipponica, noise torbido e echi distorti. L’album è concepito per “simboleggiare l’armonia contemporanea tra le antiche tradizioni del Giappone e l’odierno contesto stressante”. Da somministrare senza cautela alle dancefloor più sanguinarie.
CECILIA – Adoration [Halcyon Veil]
Melissa Gagnè è un’artista multidisciplinare canadese nota per il suo debutto “Charity Whore”, uscita sulla label di Yves Tumor. Un mese fa ha rilasciato l’album “Adoration” su Halcyon Veil – si può ipotizzare che il boss della label, Rabit, deve averla ingaggiata per i vocal del suo album prima, ed essersi poi convinto a rilasciare questa iniezione avant-pop, oscura ma lucida, tra sogno e realtà. In effetti ascoltandolo, si è soggetti ad essere trainati da texture elettroniche e ritmiche irregolari, e sedotti dai risucchianti racconti dell’artista tra francese, inglese e italiano. Il sound, amorfo e splendente, è tradotto in un’ossatura di visuals da smarrimento, altrettanto vivaci e attraenti, che di fatto arricchiscono e completano l’estetica del progetto. Un romantico tragitto nella psiche dell’artista, volutamente imbottito di buche e sentieri alternativi.
Primitive Art, “Crab Suite” [Arcola/Warp]
“Crab Suit”, l’ultimo lavoro dei Primitive Art, è una risalita controcorrente in un viscoso dub apocalittico, resa ancora più affannosa da un afrofuturismo palustre e altamente definito. Un primitivismo ideale celato da una ricerca antropologica con radici lontane,ossessivo nel tentativo di instaurare un rapporto con tribù apparentemente scomparse, frastornante con le sue percussioni polistrumentali che accompagnano urla e sussurri. Attenzione, qui è tutto buio, l’aria è umida e si danza sul suono delle ossa.
Furtherset, “To Alter And Effect” [OUS]
L’atteso album del giovane Furtherset, uscito per OUS, mostra subito una solida impalcatura che poggia le fondamenta su frastagliati beat industriali, che faticano, però, a trattenere il suo sfuggente animo etero. Infatti, lo splendore si divincola ben presto tra cascate di armoniche e synth parlanti avvolti da un’energia cosmica che pervade l’ascoltatore, una volta che il groviglio sonico si è disteso. Insomma, un lavoro impegnato da ascoltare tutto in un fiato, non resta che aprire il link.