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Inutile negare l’importanza di Daniel Lopatin che con otto album a nome Oneohtrix Point Never ha saputo dare come pochi altri omologhi un’identità credibile alla musica elettronica contemporanea, sempre con un piede, forse due nel futuro, dagli incubi lunari di “Replica” all’ineffabile “Gardens Of Delete” passando per le stranianti sperimentazioni sintetiche di “R Plus Seven”.
Il suo nono album, in uscita il 1° giugno, per Warp Records, sembra ancora una volta destrutturare la sua ricerca musicale, in quello che ha definito un “2001: Odissea nello Spazio” rovesciato che muove i suoi passi dalla fine dei tempi, in un un’epoca in cui l’intelligenza artificiale ha preso il sopravvento, ma preserva la stessa dimensione emotiva e gli stessi limiti dell’essere umano.
Per questo suo viaggio in un futuro remoto, Oneohtrix Point Never, presta la sua voce in alcune tracce, ospita James Blake (anche co-producer) e la vocalist/compositrice black Kelsey Lu alle tastiere, Eli Keszler alla batteria e accoglie altre voci illustri come quelle di Dominic Fernow aka Prurient aka Vatican Shadow e ANOHNI
Il risultato è un’opera in quarantadue minuti, imprevedibile e minimale, a suo modo spiazzante di cui forse coglieremo significato e importanza tra qualche mese.
Non può che essere lui il protagonista della nostra copertina di giugno su Facebook e Twitter.