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Ammettiamolo, fare folk rock o soft rock nel 2018 non è facile. Continuare a farlo dopo anni di fermo e almeno due dischi fondamentali (ok, per chi allora ascoltava Neutral Milk Hotel e compagnia bella) lo è ancora meno. In fondo siamo in Italia e gli EELS non ci ripassavano da un po’. Questa prima data della rassegna ormai consolidata di Acieloaperto, finalmente tornata nel suo habitat primordiale, ovvero la Rocca Malatestiana di Cesena, non delude le aspettative anche se non arriva al sold out.
Devo ammetterlo, non sapevo cosa aspettarmi da un personaggio come Mr.E, vuoi per devozione, vuoi per totale disillusione di un mondo che è finito almeno 20 anni fa, con la fine degli anni 90 e di quell’aspetto un po’ grunge e trasandato della musica suonata, per lasciare il campo a quello ora chiamiamo pop.
Eppure ha vinto la travolgente simpatia ed empatia del signore sopracitato e compagni. Jeans Levis e Rayban anche di notte ed entrata ad effetto sulle note della fanfara di Rocky, iniziano il loro balletto con due cover, una degli Who e l’altra del purple one per eccellenza, Prince (riproposto poi nel primo encore). Certo, non te l’aspetti da loro. Di materiale da buttare in scaletta ce n’è tanto, come dimostra l’ora e mezza passata con gli occhi fissi sul palco e una setlist che conta 26 pezzi. Eppure le riescono a mascherarle bene, te le fanno addirittura cantare e ballare con loro.
“The Shareef didn’t rocked the casbah but we’re rockin in Cesena. Ok, soft rockin” e alla fine Mr. E c’ha ragione (anche su Trump, ma questo è un altro discorso). E con Climbing To The Moon e Novocaine for The Soul sono un po’ contenta anch’io, nonostante l’enorme quantità di brani degli ultimi dischi. Certo, gli Eels non saranno i Pearl Jam, probabilmente, molti di voi non li hanno mai ascoltati e mai lo faranno, perchè i tempi sono cambiati e i cd a 5 € sono morti e sepolti, ma fatevi un favore, ascoltate almeno una volta Electro-Shock Blues.
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