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E’ molto bella la nuova mostra di Paolo Ventura (Milano, 1968): allestita nell’intero piano terra dello spazio Armani /Silos a Milano, con la Galleria Marcorossi Artecontemporanea, è titolata Racconti Immaginari e dà corpo bidimensionale a una realtà altra assolutamente fantastica eppure sorprendentemente credibile. E’ costruita dal fotografo-artista che dice di fotografare proprio “ciò che non esiste” volendo e riuscendo ad edificare “mondi immaginari” di forte impatto visivo e assolutamente plausibili.
E’ un creatore di sogni, Ventura, e una capacità di rendere in fotografia meravigliose immagini in forma di fiabe che portano e palesano un pensiero contemporaneo ma con profonde radici nel mito.
Ventura ha una formazione nella Fotografia di Moda, sviluppata tra l’Italia e New York; ma non si è fermato a questa esperienza nè a tale genere, volendo aprire il suo lavoro ad altro. Così, ha costruito scenari, talvolta usando materiale di recupero, e li ha fotografati in forma di set teatrali quasi in miniatura in cui ha fatto muovere piccoli burattini fatti con le sue mani; il più delle volte, questi personaggi erano abbigliati guardando alla storia del passato, che evidentemente affascina Ventura, e in particolare ricreando un contesto militare. Tutti bambini si sono dilettati con i soldatini, dispiegando grandi battaglie sul tavolo di casa, per terra o nelle case degli amichetti allestendo sfide a squadre intervallate da merende e profumi di torte in cucina… L’autore sembra decisamente legato a questa memoria infantile che, da grande, assume un carattere quasi grottesco perché inevitabilmente rimanda al gioco serio della guerra: quella degli adulti…
La sua fotografia è, dunque, il traguardo costellato di importanti tappe creative che di fatto costruiscono un percorso: di immagini e immaginario. In tale sviluppo estetico/poetico entrano sia i ricordi personali, spesso generalmente condivisi – l’infanzia, appunto – e un’atmosfera ludica, che accoglie narrazioni fiabesche, il mito e qualche antica leggenda, sia citazioni che richiamano una certa teatralità e un immaginario cinematografico, sia, inoltre, qualcosa della nostra Storia. Forse anche per questo sguardo indietro nel tempo, a un certo passato, in tutte le opere di Paolo Ventura si percepisce una lieve, pacata tristezza, un’impercettibile malinconia nelle colorate, surreali, immaginifiche mis en scène. Il registro su cui tutto si muove – o meglio: è fissato, immortaleto – è sempre evocativo: rifugge da un’unica realtà per comprenderne molte – abbiamo visto – diverse, su piani differenti, talmente tanto da comporre una virtualità allusiva, ermetica, sfuggente ma sempre seducente e coinvolgente, mai respingente e disturbante, in cui, non a cso, ognuno può riconoscere qualcosa di comprensibile, echi di familiarità…
Ventura, da artista qual è – non chiamatelo solo fotografo! – pratica, dunque, innesti sontuosi, accattivanti, inusuali, convincenti, di irreale sul reale.
Per fare un esempio di questo ben miscelato metin-pot: The Automaton è ispirato a un racconto olandese del ’500 che il padre gli raccontava da bambino e che Ventura riambienta nel buio dello sgombero del Ghetto di Venezia nel 1943.
Come confermano dalla galleria, che ha guidato il progetto espositivo dell’autore:
“Creatore e osservatore al tempo stesso, Ventura (…) suggerisce mondi lontani ed enigmatici che trascendono la realtà.”
Deve essere stato questo ad aver convinto Giorgio Armani, che ha deciso di offrire agli appassionati d’arte questa mostra allestita su misura dall’autore. Lo stilista, infatti, ha asserito:
“Ho osservato i lavori di Ventura con grande curiosità e sono rimasto affascinato dalla potenza narrativa delle sue opere e dalla sua capacità di trasformare queste suggestioni nello scatto di una fotografia”
La poderosa mostra consta di quasi 100 opere, tra fotografie, scenografie e oggetti scelti dall’artista e comprende opere tratte da The Automaton (2010), opera più recente, realizzata a New York; segue una selezione di Short Stories (2013-2015) e lavori del ciclo La Città Infinita (2013-2018), per il quale l’artista ha realizzato espressamente alcuni inediti.
Sono inoltre esposte tre grandi opere della serie La Cercatrice di Conchiglie – anch’esse realizzate appositamente per Armani/Silos – e installazioni di carta composte da figure ritagliate che narrano tre racconti tridimensionali; inoltre, è proiettato The Vanishing Man, un documentario del regista Erik van Empel sulla vita e le opere di Paolo Ventura realizzato nel 2014.
Il percorso espositivo è quindi ricco e ben sviluppato tanto da mettere a fuoco al meglio la poetica dell’autore e il suo talento che sono ben rappresentati in questo spazio milanese dove moda, arte e cultura si incontrano visualizzando dialoghi interessanti mai omologati…
Info mostra
- RACCONTI IMMAGINARI | PAOLO VENTURA
- fino al 29 luglio 2018
- ARMANI / SILOS – Via Bergognone 40, Milano
- Per ulteriori informazioni: T. +39 02795596 milano@marcorossiartecontemporanea.com
- MARCOROSSI artecontemporanea Corso Venezia 29, 20121 Milano
apertura: martedì – sabato, 11 – 19 open days: Tuesday – Saturday / h 11 am – 7 pm
www.marcorossiartecontemporanea.com
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