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Gli americani Patois Counselors sono una sorta di supergruppo, non nel senso letterale del termine : la formazione – composta da vari musicisti facenti parte di varie realtà artistiche della scena underground di Charlotte (Carolina del Nord) – non si presenta, infatti, come una band vera e propria ma veste i panni un collettivo di persone, desideroso di sperimentare insieme nuove direzioni sonore.
Il centro di gravità permanente, se così vogliamo dire, è Bo White (già in milioni di altri progetti, tra cui Yardwork, Calabi Yau), che è autore di tutte le canzoni del gruppo.
L’aggettivo “post punk”, evocato provocatoriamente nel titolo dell’articolo, calza a pennello ai Patois Counselors: sebbene la definizione di “band post punk” sia forse un po’ inflazionata, White e compagni rappresentano genuinamente lo spirito “avanguardista” di destrutturazione, manipolazione spigolosa, creativa delle radici punk, che fu di band come Wire, Devo (i primi, quelli dei demo del periodo 74 -77), The Fall (solo per fare qualche nome – non a caso, però: la cover di “Couldn’t Get Ahead” è stata proposta dal gruppo in concerto).
Con l’EP omonimo uscito su Negative Jazz Records nel 2015 e, poi, con l’album d’esordio “Proper Release” – pubblicato a giugno 2018 dalla newyorkese ever/never records – i Patois Counselors iniziano, quindi, il loro percorso di ricerca di un proprio suono scomponendo gli elementi di matrice punk ibridandoli con divagazioni strumentali nevrotiche e noise, intelaiature sintetiche e angolature wave. Da ascoltare, per tastare il polso della scena underground americana contemporanea.
(Monica Mazzoli)