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L’altra sera al Beaches Brew chiacchieravo con un amico montanaro, che mi magnificava – dal suo punto di vista – la fortuna di poter vivere a contatto con la natura “vedendo che se pianto un seme cresce qualcosa”. Credo che abbia ragione. Il rapporto con la natura è un aspetto privilegiato a cui dare la precedenza per staccarci un po’ dalle misere occupazioni quotidiane.
E il canto della natura e dei suoi cicli è probabilmente uno dei punti di forza che aiutarono i Fleet Foxes, 10 anni fa, ad esplodere. Domenica scorsa (3 giugno) è stato infatti l’anniversario del debut album della band di Seattle, che fin dai primi versi, quelli di “Sun It Rises”, rendeva manifesto questo rapporto inscindibile con il ciclo naturale del giorno e della notte.
Red squirrel in the morning
Red squirrel in the evening
Red squirrel in the morning, I’m coming to take you home
The sun rises, over my head
In the morning, when I
Hold me dear, into the night
Sun it will rise soon in the falling
The sun rising, dangling there
Golden and fair, in the sky
Ooh, ooh
Che poi, in questo alternarsi di giorno e notte, l’importante è poter tornare a casa (“I’m coming to take you home”).
Un sentimento che si ritrova anche nel rimettere su quel disco, che sa di “casa”.
(Paolo Bardelli)