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Una domanda: anche a voi la copertina di “Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust” dei Sigur Rós è sempre sembrata un dipinto? No? Allora sono io il pessimo osservatore. In ogni caso, a scanso di equivoci, trattasi di una fotografia (del newyorkese Ryan McGinley).
Che mi ha sempre trasmesso un grande senso di libertà . Perché quella foto rappresentava in maniera straordinariamente esatta la trasformazione che fece la band islandese in quell’album, quella svolta allegra che ancor oggi non ci si crede.
Una fantastica “svolta allegra”, che non posso spiegare meglio della recensione dell’epoca di Piero, a cui vi rimando.
E la copertina è talmente una perfetta rappresentazione che fu utilizzata dagli stessi Sigur Rós come idea per il video del primo estratto, “Gobbledigook”. Il tema era inoltre il protagonista di una mostra dello stesso Ryan McGinley, “I Know Where The Summer Goes” , che si tenne tra aprile e maggio 2008.
“Með suð í eyrum við spilum endalaust” ha compiuto 10 anni lo scorso 20 giugno, ed è ancora qui che ci mette di buonumore perché ci rappresenta come l’importante sia fare le cose con umanità, con entusiasmo, in maniera sincera e spontanea.
Insomma, come se le facessimo nudi.
(Paolo Bardelli)