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3 canzoni per riaccendere e mettere in discussione ogni piccola parte del cammino fatto insieme.
Tra suoni, feedback sonori e una voce martellante ci si sente da subito pronti a trasformarsi in delle perfette incudini per assorbire al meglio un lavoro come “Non Aspetta Ritorna”. Il compito degli Altro è perfettamente riuscito in questo mini EP che è l’esempio di come un progetto, anche se orchestrato a distanza, pieno di pause, silenzi e poche impalcature possa portare a frutti solidi e splendenti.
Chitarre e atmosfere che ergono una barriera e scoppiano negli angoli dei pezzi, riverberi fumanti abbracciano una profondità sonora unica e che solo in alcune zone dell’emo italiano è possibile ritrovare.
I testi e le parole abbracciano questo percorso molto inconsueto e puro, musicalmente parlando.
Simbolismo e trasformazione sbocciano nella bellezza di un futuro incerto. “Non Aspetta Ritorna” è un bignami incompleto sulle dubbiose sponde del domani.
Non ci si vuole fare troppe domande sul futuro, semplicemente si vuole capire come è possibile che il passato si sia incontrato in determinati nodi e trasformato in quello che oggi chiamiamo presente.
Il disco è meno gridato dei precedenti e riesce a concentrarsi su questioni come il tempo e le relazioni. Nell’EP fondamentale è la lotta sostenuta con vigore, una sfida ontologica e biologica contro il senso di impotenza che il tempo ci butta addosso.
I brani viaggiano e si accendono su un filo rosso, un rete di radici che germogliano tra pezzi di storie che lasciano una pittura, uno scorcio di futuro, almeno dal punto di vista musicale, difficile da definire.
I temi dei pezzi sono liane e l’ascoltatore medio, non può far altro che trasformarsi in Tarzan. Vi tocca solo scegliere tra queste tre perle quale sarà la vostra Jane. La più grande speranza è che alla fine nel cambiare tutto, nulla si perda veramente.
73/100
(Gianluigi Marsibilio)