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A quattro anni dall’ultima apparizione all’ARCI Bellezza in solo e a due full band al Carroponte torna in Italia Damien Jurado in occasione del tour dell’ultimo “The horizon just laughed” uscito quest’estate.
Ad aprire c’è Naomi Wachira, nata in Kenia ma ormai da più di venti anni risiede a Seattle con le sole voce e chitarra riesce a portare sul palco le composizioni del suo nuovo album “Songs Of Lament”. Parla di valori, donne e diritti e ha una voce potente e uno stile personale non le si può rimanere indifferenti solo che da sola un po’ di ‘tiro’, con una band sarebbe diverso, in ogni caso un’ottima scelta come opening act.
Damien Jurado sale sul palco accompagnato dal chitarrista Josh Gordon e attaccano con “Allocate”, brano dall’ultimo lavoro del cantante di Seattle. L’essenzialità del duo solo chitarra esalta la voce di Damien che riesce a riempire tutti gli spazi che in studio sono occupati da altri strumenti. I brani da “The horizon just laughed” occuperanno solo un terzo della setlist il resto sarà suddiviso tra l’ampia discografia, addirittura dal primissimo album “Waters Ave.S.” verrà ripescata “Yuma,AZ” che sarà l’unico encore che ci concederà.
La scelta cade prevalentemente su canzoni che permettono a Josh di creare assoli in modo da renderli ricchi di particolari, cosa impossibile se a suonare fosse il solo Damien, così la bellissima “Sheets”, l’inaspettata “Cloudy Shoes” e l’inedita “Birds Tricked Into the Trees” risultano più coinvolgenti.
Viene anche il momento di omaggiare un amico recentemente scomparso, Richard Swift, con una sentita “The Novelist”, i due avevano condiviso un album qualche anno fa (“Other People’s Songs Vol 1”) e collaborato fin dal 2010.
Dopo questo commovente omaggio Damien racconta del recente festival a cui ha partecipato a Bilbao in cui in una sala con un migliaio di persone di cui 996 ubriachi e quattro interessati alla sua musica, ha passato una buona mezz’ora del set ad accordare la chitarra e a chiedersi: “ma cosa si aspettavano questi qui? Che due seduti sul palco li facessero saltare e ballare?” ci dice ridendo ancora incredulo.
Per l’ultima parte del set viene congedato Gordon e Jurado esegue la parte più profonda dei brani eseguendo una scarna “A.M. AM” , brano di due anni fa e in originale super prodotta(in scala Jurado s’intende), una profonda “And Loraine” e la cupa “Gas Station” di ormai più di dieci anni fa.
Dandoci la notizia che ora, dopo vent’anni che gira il mondo vedendo solo gli aereoporti e le venue dei concerti si è stancato, vuole una vita reale e nonostante abbia il lavoro più bello del mondo vuole scendere e finalmente respirare e stare con la sua famiglia “ok ok for six month” si corregge sorridendo, esegue la classica “Working Titles” e il finto encore di cui sopra “Yuma AZ”.
Damien, al contrario delle altre due occasioni, scappa senza fermarsi al banco del merchandising o per firmare autografi senza troppo guardarsi alle spalle, come se proprio non ce la facesse più. Questo ha lasciato un po’ di amaro soprattutto dopo un concerto raccolto e potente come la sua musica riesce ad essere.
(Raffaele Concollato)