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King Khan, tra le figure più importanti della scena garage rock underground degli ultimi vent’anni, è canadese ma vive da tempo – da quando nel 1999 è finita l’avventura con gli Spaceshits – a Berlino. Un vero e proprio vulcano di adrenalina, sempre in giro a suonare in solitaria o con le sue varie emanazioni artistico-creative : King Khan & His Shrines, The King Khan & BBQ Show, Khan Family e tante altre.
Sempre a stretto contatto con la scena locale, non sorprende che recentemente abbia prodotto il disco d’esordio dei Catch As Catch Can, band di Kassel (città della Germania centro-occidentale), con cui più volte – in passato – ha condiviso il palco.
“Regular Vanilla“, in uscita oggi – 30 novembre 2018 – su Alien Snatch Records (vinile) e Burger Records (cassetta), dimostra che gli allievi stanno imparando la lezione del maestro alla grande : brani come “69” (con la partecipazione di Saba Lou, figlia di King Khan) o “There is a Riot (But Ain’t Going)” catturano il meglio di un’atmosfera sixties andata perduta, tra le chitarre graffianti alla garage punk maniera e un’anima soul sottotraccia che ogni tanto si fa sentire.
Quello che si dice un debutto promettente, quindi.
(Monica Mazzoli)