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Negli ultimi (almeno) dieci anni, uno dei principali filoni dell’underground nostrano è quello che spinge gruppi emo/screamo/post-hardcore e derivati. Sulla scia di band italiane ormai storiche come Raein, La Quiete e Fine Before You Came, a cavallo tra la fine degli anni ’00 e i primi anni ’10 per tutta l’Italia centinaia di ragazzi hanno deciso di dare sfogo alla loro vena malinconica e arrabbiata con la musica. Tra questi, divisi tra Rimini e Pesaro troviamo i Lantern, veri e propri “idoli” della scena negli ultimi anni. Il loro unico lp, prima di questo “Ancóra”, è “Diavoleria”, un disco screamo con riferimenti transmediali al cinema e alla letteratura. I Lantern proseguono su questa strada con il loro nuovo disco, uscito di recente per To Lose La Track, Coward Records, Flying Kids Records, Controcanti e Fatty Liver records.
I primi due brani del disco sono la prima e la seconda parte di un unico pezzo dedicato a Luigi Tenco e alla sua tragica morte, “In cambio di una pistola”. Proprio la morte è uno dei temi principali del disco: in particolare il ricordo di momenti passati con persone ora decedute, come in “Cimitero” o in “Nube purpurea”, dove il protagonista del brano pensa ai “compagni di viaggio abbandonati, uccisi lungo la corsa verso la fine del mondo”.
Mentre le chitarre e i suoni più in generale rimandano allo screamo e al post- hardcore, le voci sono più calme, più ragionate, per arrivare fino allo spoken word di “Dalla parte sbagliata di un telescopio”.
I Lantern, con “Ancóra” sperimentano con la parola, tentano approcci diversi anche per quanto riguarda i suoni: “A14 blues”, che chiude il disco, ha un’atmosfera completamente diversa. Una sorta di ballata blues, per l’appunto, che ci mostra un lato più “delicato” del suono dei ragazzi pesaro-riminesi, a completare un disco pieno di idee ben mirate e ben eseguite.
70/100
(Matteo Bordone)