Share This Article
“Indigo” è la seconda uscita sulla lunga distanza dopo “So Far” per i New Adventures in Lo-Fi, fondati dal chitarrista e voce principale Enrico Viarengo nell’ormai lontano 2011. Realizzato grazie all’unione di intenti di quattro realtà – cioè gli studi Dotto, la Dreamingorilla Records (già con Asino e San Leo), È un brutto posto dove vivere e infine Floppy Dischi – segna un deciso cambio di passo per la band torinese, che si completa con Michele Sarda al basso e voce e Ettore Dara alla batteria, new entry di qualità in un lavoro che risulta più vario e ricercato negli arrangiamenti anche grazie alla mano in fase di produzione di Michele Zamboni.
Partirei dalla bella copertina, che dipinge nuovi scenari dopo le vette scalate nell’album precedente: ci si muove tra una foresta e un lido marino con la Statua della Libertà a sovrastare il tutto dominato dai colori della malinconia – grigio e blu. Come a guardarsi indietro (“Talkin’ bout Some Crying Well Hidden In The Past“, dalla morbida “Anarchist Canine” forte di un’esplosione chitarristica di impronta Slowdive) e a diffidare da un presente incerto (“Don’t Be Mesmerized By The Trust Not Repaid“, questa volta nel pop-punk di apertura “Fault”); le storie all’interno dei nove brani sono quelle di tutti noi, non per niente il testo di “Blonde” è ad opera di un amico dei New Adventures in Lo-Fi. Uno dei vertici di “Indigo”, è caratterizzato da sonorità ariose vicine a quelle di New Order e Cure di primi anni novanta, per poi rallentare in un dialogo di tapping tra Viarengo e Sarda: un momento di grande scrittura emozionale come anche in “Pitcairn Blues”, dove paragoni con le comete American Football e Van Pelt non sono certo azzardati.
Detto di un ammiccamento a territori new-wave, il gruppo non nasconde nemmeno la passione per i Verdena in “Jellyfish” e dimostra di saper unire rumore e melodia corale nel singolo “Breakdown”. Ma tornando alla loro crescita, nella frenetica “Collide” l’impasto dei tre musicisti rasenta la perfezione con ritmiche e sferragliate math-rock che li pongono a metà tra i Sunny Day Real Estate di “How It Feels To Be Something On” e nuove leve come i britannici Delta Sleep. Infine durante l’ascolto dell’ultima traccia “Neglected” ho provato quella sensazione di viaggio nel tempo a quell’Halloween 2016, per la stessa passione messa dalla band di New York con rullate mai banali, giri di basso vorticosi e chitarre suonate con il cuore in mano.
“Indigo” è una raccolta di canzoni semplici ma attente ai dettagli e all’empatia con l’ascoltatore, che consegna ai New Adventures In Lo-Fi la laurea nella scena indie-rock nostrana.
76/100
(Matteo Maioli)