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Anche quest’anno a Kalporz è regnata la democrazia, e attraverso una “legge elettorale” particolarmente complicata a doppio turno abbiamo votato quelle che, a nostro avviso, sono le 20 canzoni da non perdere di questo 2018. Con anche in più 10 bonus tracks, che non si sa mai.
Buon (ri)ascolto.
20. NILS FRAHM, “Momentum”
Vi prego chiudiamo Nils Frahm e Jon Hopkins un mese in un appartamento con tutti gli strumenti del caso e aspettiamo a mani giunte l’universo tradotto in musica.
(Avete presente quando avete per un momento un deja-vu che vi sembra lungo quanto una pre-visione del vostro futuro e poi vi ridestate e siete di nuovo nella realtà? Ecco, una cosa così).
(Chiara Toso)
19. BOYGENIUS, “Me & My Dog”
Una canzone che analizza il dolore in una prospettiva universale e disperata. Godersi una “vista impossibile” in un panorama di sconforto è difficile ma le Boygenius, facendoci toccare un fondo esistenziale, rimettono a posto la vita, l’universo e tutto il resto.
(Gianluigi Marsibilio)
18. GAZ COOMBES, “Slow Motion Life”
Come un film al contrario, anzi al ralenti: tutte le nostre vite sono delle storie, e sembra che Gaz riesca a raccontarcele, dalle grandi altezze (“From the greatest heights”) alla lentezza dolorosa.
I know we’re all the same
(Paolo Bardelli)
17. THOM YORKE, “Suspirium”
Solo pianoforte e voce, non è la prima volta che Yorke si veste di un tale abito essenziale, ma è pur sempre stupefacente ogni volta che lo fa.
(Paolo Bardelli)
16. J MASCIS – “See You At The Movies”
Una perfetta road song da ascoltare a tutto volume.
(Raffaele Concollato)
15. NU GUINEA, “Parev’ Ajere”
Perché dopo che si passa tanto tempo lontani da casa, tornare fa sempre piacere. E anche se tutto è diverso, se i nostri luoghi e i nostri affetti non ci sono più, se l’apucundria sale fino alle lacrime, bisogna accettare il tempo che passa. Conserva i ricordi, sientete nu poco ‘e funk e nun ce penza’
(Gianpaolo Cherchi)
14. JON HOPKINS, “Feel First Life”
Il sorgere del sole. I colori, i fremiti, i pensieri, il respiro, i minuti, i secondi, rallentati, accelerati, le sfumature, il vento, l’immobilità. Messi in musica.
(Chiara Toso)
13. PREOCCUPATIONS, “Disarray”
Per Matt Flegel l’ispirazione dietro a Disarray è l’immagine di una madre che pettina la figlia, sciogliendole i nodi.Ecco, questa canzone è quel momento consueto e irripetibile insieme.
(Marco Bachini)
12. LIL PEEP & XXXtentacion, “Falling Down”
Due dei talenti della corrente emo del rap ci hanno lasciato negli ultimi dodici mesi. Un altro astro del genere, iLoveMakonnen ha curato un brano postumo che i due stavano realizzando prima di lasciarci. Il risultato è una sorta di brano degli REM ai tempi della trap.
(Piero Merola)
11. KIDS SEE GHOSTS, “Reborn”
Se esiste un newpop di oggi, questa canzone è un imprescindibile punto di svolta e di passaggio.
(Paolo Bardelli)
10. PARQUET COURTS, “Wide Awake”
Punk-Funk tutta nervi e Talking Heads. I Parquet Courts crescono a vista, ogni anno. Puntuali nel 2018.
(Marco Bachini)
9. KALI UCHIS, “After The Storm”
Le migliori novità degli USA dell’era Trump arrivano dalle contaminazioni. Il cuore latino di questa giovane artista di origini colombiane trova uno dei momenti più compiuti del suo conturbante disco “Isolation” in un duetto con l’icona del rap anni Dieci Tyler, The Creator.
(Piero Merola)
8. SHAME, “One Rizla”
Quando vogliono gli Shame dimostrano una gran dose di testoterone, qui invece provano a tratteggiare un pop grezzo e trasandato, alla loro maniera.
(Paolo Bardelli)
7. TIRZAH, “Holding On”
Cosa ci vuole per farci battere il cuore? Un beat sincopato che pulsa allo stesso dei nostri battiti cardiaci e il racconto di quanto fa bene arrendersi alla realtà, anche se fa male. Tirzah – con l’aiuto di Mikachu alla produzione – confeziona un pezzo che è un gioiello di minimalismo emotivo: è il racconto di un sentimento nella sua forma più pura, autentica. E per questo commovente.
(Enrico Stradi)
6. ANY OTHER, “Capricorn No”
“Capricorn No” ha un’infinità di facciate: ogni passaggio è uno scorcio di quel quadro ampio e piacevole che è “Two, Geography”. Il brano è pungente e necessario per capire l’importanza di un’artista come Any Other che in questo pezzo ci pone domande tanto dure, quanto necessarie da affrontare.
(Gianluigi Marsibilio)
5. SNAIL MAIL, “Pristine”
Snail Mail è un orizzonte e questo pezzo una bellissima alba in cui perdersi.
(Gianluigi Marsibilio)
4. AMNESIA SCANNER, “AS Too Wrong”
Gli Amnesia Scanner hanno semplicemente confezionato un pezzo dance per l’epoca del rumore totale. Saturato, distorto, apolide, disperato.
(Matteo Mannocci)
3. AMEN DUNES, “Blue Rose”
Quando un brano sembra scritto e cantato esclusivamente per te che lo stai ascoltando, in quel preciso momento. Questa è la definizione di un classico. Questa è “Blue Rose”.
(Stefano Solaro)
2. CHILDISH GAMBINO, “This ls America”
Al di là del video sconvolgente, “This Is America” è una canzone che rimarrà nell’immaginario sonoro oltreché visivo di quest’annata perché al significato aggiunge con maestria una fusione di linguaggi (gospel e hip hop) e stati d’animo apparentemente lontani fra loro.
(Paolo Bardelli)
1. IDLES, “Danny Nedelko”
In tempi di espulsioni e respingimenti, di trincee politiche e morali, in tempi così tristi e abietti, spersonalizzanti e distruttivi di ogni legame sociale, “Danny Nedelko” era l’atto di gioia di cui avevamo tutti bisogno.
(Gianpaolo Cherchi)
BONUS TRACKS:
21. Beach House, “Black car”
22. Kendrick Lamar, SZA, “All The Stars”
23. Courtney Barnett, “Sunday Roast”
24. Lonnie Holley, “Sometimes I Wanna Dance”
25. The Weeknd ft Kendrick Lamar, “Pray For Me (Black Panther)”
26. The Beths, “Great No One”
27. Khruangbin, “Friday Morning”
28. U.S. Girls, “Rosebud”
29. Neneh Cherry, “Deep Vein Thrombosis”
30. Phantastic Ferniture, “Dark Corner Dance Floor”
Precedenti edizioni:
Kalporz Awards Songs 2017 (Top 20)
Kalporz Awards Songs 2016 (Top 7)
Kalporz Awards Songs 2015 (Top 7)
Kalporz Awards Songs 2014 (Top 7)